SI ACCENDE SUI MASS-MEDIA LOCALI LA QUERELLE SULL’EX COMAC
Anche il Senatore Nuccio Iovene dovrebbe interessare con un’interrogazione il Governo
SOVERATO – Si anima, oltre che nella opinione pubblica, sulla stampa e nei mass-media in genere il dibattito innescato dalla ipotesi di variante al prg di Soverato e dalla prospettiva ad essa interna di rimozione del capannone ex-comac, all’imbocco del lungomare con l’edificazione, al suo posto, di un grande albergo. Ne è mancata, al momento l’annuncio di una interrogazione al governo da parte del Senatore Nuccio Iovene. Al movimento di opinione che considera questa eventualità una iattura capace di nuocere gravemente all’assetto urbanistico della città e alla tranquillità dei suoi abitanti, opinione che ha nel mass-mediologo soveratese Adriano Pecci la sua punta di diamante, muove obiezioni, su un noto quotidiano locale, un interlocutore che preferisce conservare l’anonimato. Prontamente a lui risponde Adriano Pecci con il pezzo che segue: ” giovedì 4 dicembre un quotidiano locale, aveva in buona evidenza su tutta una pagina il seguente titolo: “Ex comac: capannone o albergo?” Come dire: preferite finire sotto un treno o sotto un tir? Nel corso della breve ma non serena nota che seguiva, l’anonimo autore spiegava infatti, così l’allarmante dilemma: “la domanda semplice semplice da porsi da porsi è evidente, è meglio tenersi l’ex Comac o erigere una bella struttura ricettiva?” Notate l’accortezza. Non usa il termine “albergo”, quasi la parola potesse offendere il senso comune del pudore. Ora se l’alternativa fosse davvero quella incautamente sopra ipotizzata, la città sembrerebbe non avere via di scampo. Ma, per fortuna, – prosegue Pecci – le cose non stanno nei termini in cui si è voluto definirle. In verità la domanda da porsi è un’altra, anche questa semplice semplice. È meglio recepire il dettato dell’originario piano regolatore e utilizzare l’area dove sorge la Comac per creare un’oasi di verde attrezzato, o creare un inutile mega-albergo? Perché è chiaro che quel fatiscente capannone deve comunque scomparire. – Continua Adriano Pecci – il nostro sindaco saprà certamente trovare il modo più giusto di farlo senza ledere i diritti del proprietario e riconoscendogli il dovuto, come previsto dalla legge. Pertanto la domanda da porre ai cittadini di Soverato è quella sopra esposta. Perché questa è una vera alternativa. Altrimenti è come cadere dalla padella nella brace. Non sarebbe “fair” ossia leale”. Allargando quindi il suo discorso ad ulteriori spunti di polemica, Pecci, rileva e commenta: “l’anonimo notista si lamentava poi, un po’ seccato, del fatto che ulivisti, ambientalisti e verdi, i soliti comunisti, insomma, protestano contro quello che egli vuole prospettare come un inevitabile destino. E quel che è peggio lo fanno al grido di “no alla speculazione edilizia. No ai mostri di cemento in riva al mare””. Ed ecco quindi le sue puntuali e civili obiezioni/osservazioni: “Perché, cosa c’è di male a protestare? L’importante è farlo civilmente o bisogna ingoiare tutto, anche i bocconi più disgustosi senza protestare? Sia poi chiaro che noi non abbiamo mai parlato di speculazione edilizia. Se questa c’è, è cosa grave. E spetta all’autorità competente impedirla. Noi abbiamo sempre parlato di opportunità e violenza dell’assetto urbanistico della città. L’autorità comunale in carica può anche pensare in buona fede di fare ottima cosa permettendo la costruzione d’un albergo praticamente sulla spiaggia. Abbiamo già detto che le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni. E la stessa può anche pensare che tutto questo sia “una naturale evoluzione del nuovo concetto di città turistica”, come fosse una bella favola. A noi sembra, invece, una pericolosa involuzione, un progressivo decadimento, un totale degrado ambientale. Ci spieghi, se può, l’esperto notista su quale testo d’urbanistica, che è l’arte di disporre ed organizzare razionalmente ed esteticamente gli agglomerati urbani, ha letto che costruire un mega-albergo in pieno centro storico, decongestiona il traffico, purifica l’aria e rende la vita più comoda ai residenti, e perciò alimenta il turismo. Ma replica sbrigativo l’implacabile notista: “L’amministrazione comunale ha già scelto”. Noi non lo crediamo, ma se così fosse, ci sia allora consentito di ripetere con Talleirand: “signori miei questa scelta è peggio di un delitto. È un errore”.
Fabio Guarna