SOVERATO – Si registra un silenzio in questi giorni sulla destinazione dell’ex Comac. In realtà la questione è assorbita dal dibattito che si è aperto sul PRG. In quella zona dove è posto l’ex quarzo, è stata infatti prevista la possibilità di edificare una struttura ricettiva. Gli abitanti del quartiere contiguo all’area in questione hanno più volte sollevato obiezioni riguardo la proposta, ma, a quanto risulta, sino ad oggi le loro parole non sembra abbiano conseguito alcun effetto. E questo perché si registra la mancanza di volontà, da parte dell’amministrazione comunale, di dar seguito alla richiesta, da più parti emersa, di convocare, in materia, un consiglio comunale o un dibattito pubblico (e non mediatico). Una richiesta che è stata formulata non soltanto da alcuni partiti e per l’esattezza quelli del centrosinistra, ma anche da parte di semplici cittadini e opinion-makers. Fra questi, non ultimo, da Adriano Pecci, le cui tesi esposte su Soverato 1 Tv, registrano di giorno in giorno sempre maggiori adesioni e consensi. Stando così le cose il destino dell’area ex comac sembra destinata ormai irreversibilmente a finire nelle mani dei commissari ad acta. Forse mette conto rilevare che, per quanto riguarda l’area di cui si è detto sopra e la sua definitiva destinazione permane in città una sostanziale disinformcja”: si dà quasi per scontato che l’alternativa debba essere o l’erezione in luogo della struttura, di un albergo, o, per contro, la permanenza, così come essa è, (e non è un bello spettacolo) della struttura medesima. Pochi invece quelli che evidenziano la possibilità di sostituire l’ex capannone Comac opportunamente rimosso, con un ampio e panoramico giardino o, comunque con uno strategico sito, ovvero polmone, di verde pubblico. Non manca chi ritiene che la “disinformacja” di cui sopra abbiamo detto abbia origine e ragione negli orientamenti di coloro che preferiscono in luogo del verde pubblico la struttura ricettiva. “Pensar male, – disse a suo tempo qualcuno – è peccato, ma quasi sempre ci si azzecca”. Una scelta, quella di preferire un albergo che, si può agevolmente ipotizzare, pertiene al gusto. E questo non è peccato anche se al suo interno manca la misura e la discrezione.
Fabio Guarna