Soverato è emergenza inquinamento acustico

A CHE PUNTO È IL PIANO ANTINQUINAMENTO ACUSTICO?

SOVERATO – Ernesto Crea dagli scranni dell’ultimo consiglio comunale di Soverato lancia l’allarme inquinamento acustico e subito l’argomento torna alla ribalta del dibattito cittadino. Crea ha chiesto attraverso un’interrogazione di conoscere a che punto si trova la predisposizione del piano antinquinamento acustico di cui l’amministrazione comunale si stava occupando già ai tempi in cui egli era assessore. Crea che ora siede fra le fila dell’opposizione ha avuto una risposta rassicurante dal sindaco Raffaele Mancini, il quale ha promesso che al più presto il piano verrà ultimato. Si tratta, secondo Crea, di uno strumento che favorirebbe una migliore vivibilità cittadina. Infatti una volta messo a regime il piano aiuterebbe i soveratesi a seguire delle indicazioni precise sul livello massimo di diffusione dei rumori e consentirebbe alle autorità preposte una più agevole azione di eventuale repressione dei comportamenti abusivi. Quello dell’inquinamento acustico è un problema molto diffuso nelle cittadine turistiche e si manifesta principalmente durante i periodi di sovraffollamento. E se, da un lato, l’estate è stata anche definita a Soverato da qualcuno come la stagione del rumore, non è detto che durante gli altri periodi dell’anno il problema non meriti di essere affrontato. Ad aumentare il livello dell’inquinamento acustico, provvedono infatti non solo i locali dotati di impianti di diffusione ad elevati decibel di potenza e le rappresentazioni musicali in pubblico, ma anche le autovetture in circolazione. È un discorso che si lega, secondo alcuni, anche con altre questioni che riguardano la vita cittadina. Infatti, l’edificazione di alberghi in pieno centro come si vuol fare e vicini alla spiaggia, oltre che produrre un impatto ambientale non indifferente, generebbero un aumento, addirittura una congestione, del traffico con conseguente aumento anche delle emissioni rumorose da parte delle autovetture. Si tratta di argomenti dunque che sono tutti riconducibili ad un sottile leit-motiv, ovvero quella che gli inglesi chiamano “environmental philosophy”, la cui traduzione più efficace sembrerebbe filosofia-ambientale. Essa si occupa delle relazioni fra uomo e natura nel suo divenire tentando di promuovere l’applicazione delle sue teorie al fine di un miglioramento generale della condizione umana. Dunque, tenute le debite distanze da un discorso più impegnativo e generale, in alcuni casi i principi della filosofia-ambientale sembrano ispirare i dibattiti cittadini anche se finora nessuno ha mai pensato, conducendoli, di fare riferimento a elementi di “environmental philosophy”. E così diventa argomento di questa materia quello che per mesi ha fatto da padrone in città e adesso ritorna alla ribalta. Ovvero quello sull’opportunità di edificare strutture ricettive in pieno centro. Lo diventa anche la mai placata polemica sull’ubicazione della baracca dei pescatori. E adesso, salta fuori l’emergenza inquinamento acustico. Un problema di non poco conto per le conseguenze dannose che sull’organismo può produrre. Un male invisibile a cui viene dato particolare risalto in una relazione dell’organizzazione mondiale della sanità. Disturbi del sonno, danni uditivi o fisiologici (principalmente di tipo cardiovascolare) e difficoltà di comunicazione: sono solo alcune delle conseguenze sull’organismo di una inefficace lotta al rumore.

Fabio Guarna (Fonte: il Quotidiano della Calabria)

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