Interrogazione ministeriale del deputato Nesi sul cambiamento dell’intitolazione della piazza
IL “CASO” MATTEOTTI ARRIVA A ROMA
Chiesto l’intervento del Viminale sulla decisione della giunta comunale
Soverato non può cancellare Matteotti e la sua storia. Un imperativo divenuto irrinunciabile per Carlo Mellea, Presidente dell’Osservatorio Falcone-Borsellino-Scopelliti fin dal giorno in cui la giunta Soveratese di Raffaele Mancini decise attraverso una delibera di rimuovere l’intitolazione di una piazza Soveratese dedicata alla vittima del fascismo. E la battaglia di Mellea è andata avanti fino ad arrivare sul tavolo del Ministro degli interni per mezzo di Nerio Nesi, deputato del Parlamento, il quale attraverso una interrogazione ha chiesto al rappresentante del Viminale chiarimenti dopo avere premesso come si legge dagli atti parlamentari che “la giunta del Comune di Soverato (in provincia di Catanzaro) ha deliberato di togliere da una piazza della città il nome di Giacomo Matteotti alla quale la piazza stessa era dedicata”. Nesi ha rilevato che “il Ministro interrogato, in analoghe questioni, ha fornito risposte antitetiche (si vedano le risposte alle interrogazioni n. 4-4348 e n. 4-2370), in ordine alla vigenza del regio decreto n. 1158 del 1923 (convertito dalla legge n. 473 del 1925) e della legge n. 1188 del 1927”. Pertanto il parlamentare ha chiesto di sapere se il vertice del Viminale “ritenga tuttora vigente la richiamata normativa e – in caso affermativo – quali valutazioni il Ministro interrogato esprima e quali iniziative intenda adottare in ordine ad un atto che all’interrogante appare gravemente lesivo della storia del nostro Paese, della quale Giacomo Matteotti – assassinato dalla teppaglia fascista nel 1924 – è uno dei più alti e luminosi rappresentanti”. Nell’apprezzare la sensibilità dell’On.le Nerio Nesi per la problematica, il presidente dell’Osservatorio non ha mancato di ricordare la grande figura del martire del fascismo, il cui gesto di cancellarne la memoria nella cittadina jonica merita un profondo sdegno. Matteotti racconta Mellea va ricordato a fronte dei meriti democratici e del coraggio dimostrato. “Il deputato socialista denunziò con vigore in Parlamento, nel 1924 i brogli elettorali che avevano consentito la vittoria al movimento fascista. Per questo – sottolinea il Presidente dell’Osservatorio – fu sequestrato (su ordine, peraltro controverso, di Mussolini) dagli scherani del duce sul lungotevere e subito dopo malmenato sino alla morte o addirittura deliberatamente ucciso. Mussolini – continua Mellea – negò sempre ogni responsabilità ma l’indignazione nel Paese fu enorme tanto che l’opposizione abbandonò il Parlamento e simbolicamente si ritirò sull’Aventino. Prolungandosi l’Aventino, Mussolini che per un momento rischiò il tracollo del suo regime si riprese con il famoso discorso sull’aula sorda e grigia (il Parlamento) di cui avrebbe potuto fare “un bivacco di manipoli”; si assunse la responsabilità dell’evento (“ebbene se il fascismo è un’associazione a delinquere io sono il capo dell’associazione; mi assumo tutta la responsabilità politica, morale e storica di quanto è accaduto”) e istituì il regime imponendo la censura e quant’altro”. Intanto la targa Piazza Matteotti ancora non è stata rimossa e le speranze di Mellea e tanti cittadini è che essa possa restare al suo posto affinché il nome del martire fascista non venga cancellato dalla toponomastica cittadina.
Fabio Guarna (Fonte: il Quotidiano della Calabria)