Politica. A Soverato ci sono conigli che ruggiscono

Non è la prima volta che mi capita di trarre spunto per scrivere qualcosa da un vecchio articolo pubblicato sul Corriere della Sera del giornalista Dario Di Vico che chiedeva e si chiedeva: “Sapete quanti sono i controllori di volo di Fiumicino iscritti all’Anpcat? Solo tre. Eppure, manovrando con sindacale perizia i turni, sono stati capaci di indire uno sciopero del maggiore scalo italiano di ben otto ore”. L’articolo aveva come titolo “Il ruggito del coniglio”, e mi ha fatto venire in mente quanti conigli che ruggiscono appaiono in questo momento nella scena politica soveratese. Tanto a destra quanto a sinistra. A Soverato purtroppo la situazione in questo momento è (ma forse sarebbe meglio usare il condizionale) così. Cosa che del resto accade in gran parte d’Italia. Nessuno, infatti, è più stabile dei precari, nessuno più forte dei deboli, nessuno più debole dei forti. Nessuna formazione è più decisiva e determinante di quella più esigua ed evanescente. Questo vale in politica non meno che nelle arti, nelle professioni, forse, persino, nell’economia. Chi è sicuro di sé, dei suoi mezzi e delle sue risorse non si agita, non freme, non briga. S’appaga della sua forza tranquilla. E precipita nel primo trabocchetto, ad arte predisposto da chi sgomita, striscia, si contorce per trovare spazio, per dare prova di sé e del suo esistere, per recuperare smalto e spessore nel contesto del suo ambiente e dei suoi percorsi. Pensiamo alle piccole formazioni politiche, ma anche a quelle che credono di essere grandi, dalla collocazione mai definita per intero, sempre pronte a ripensamenti, a propiziare rovesci e ribaltoni, a fare della propria precarietà ed evanescenza il loro punto di forza, con qualsiasi mezzo, primo fra tutti, il trasformismo. Oggi, quel partito ritiene di contare, decidere, determinare e prefigurare gli scenari prossimi e futuri dell’amministrazione soveratese. Gli fa eco un’altra formazione ancora più minuta ed esigua e, anzi, tanto minuta ed esigua che solo guardandosi allo specchio, il suo sito privilegiato, può trarre coscienza di avere seguito e riscontri. Si proiettano sul piano comunale ed emettono il loro ruggito di coniglio con grande vigore e sicura determinazione. Qualcuno li ascolta e li prende sul serio. Altri, i più, non avvertono la loro presenza. Tanti conigli? Chissà, tutti ascoltano e giudicano, e tutti pensano il massimo bene di se stessi. Con un immancabile ruggito finale di compiacimento.

Fabio Guarna  (Fonte: il Quotidiano della Calabria)

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