Fiufiuni di pica un po' dovunque

“FIUFIUNI DI PICA” UN PO’ DOVUNQUE
COSI’ A SATRIANO VENGONO CHIAMATI I PICCOLI DEI RAPACI O DI ALTRI UCCELLI

La metafora del coniglio che ruggisce per parlare dei politici locali sembra abbia ottenuto un certo successo. Perché non continuare su questa via? Chissà quanti nostri candidati a rappresentarci al parlamento o nei consigli comunali potremmo riconoscere nei “fiufiuni di pica”. Ero giovanissimo, quando mi venne in mente di riflettere su questa specie in chiave metaforica. Stavo per laurearmi e quel naturale ottimismo, che attraversa l’età giovanile era cominciato a venir meno in me. L’età dei sogni stava finendo e così mi adeguai a quello che sembra qualunquismo ma che in realtà altro non è se non drammatica constatazione di ciò che ci circonda. A meno di dieci anni dalla laurea, mentre mi accingo a dedicarmi al mio hobby principale che è quello di fare giornalismo, mi appare sempre più forte quell’immagine dei “fiufiuni di pica”. Che tristezza: non abbiamo fatto passi molto in avanti e ancora oggi mettendo da parte ricordi e nostalgie ci dedichiamo ai “fiufiuni”. Ordunque, “Fiufiuni di pica” in alcune parti del mio comprensorio, e per l’esattezza a Satriano, è chiamato il piccolo dell’aquila o di altro uccello che tenta di spiccare il volo e non riesce, poiché le giovanissime ali immature non glielo consentono. Quel volo che sarà in futuro degno del rapace che domina su tutti gli altri e che nell’immaginario collettivo rappresenta la potenza, la forza e quanto meglio. Quello stesso volo che potrebbe essere anche di un altro uccello meno degno e meno conosciuto dell’aquila. Sino a quel momento però il piccolo appare goffo e fa sorridere. Spesso accade che metaforicamente nella nostra vita facciamo riferimento ad animali per descrivere gli uomini; e giocoforza, anche i “fiufiuni di pica” possono servire da metafora di riferimento. Quanti sono gli uomini che aspirano a fare politica ma non riescono a spiccare il volo in questo campo per ragioni varie, prima fra tutte la loro sostanziale inettitudine? Sia chiaro, per molti l’agone politico non fa parte dei loro interessi e delle loro aspirazioni; per altri è tutto. Il realizzarsi di un sogno, l’esercizio del potere come affermazione di un modo di essere e di una condizione umana di dominio; l’essere e l’avere insieme. Ma la politica e tutto ciò che essa rappresenta e fa sognare restano lontani da loro, essi mancano di ali per spiccare il volo. Tentano di staccarsi dal suolo, ma invano, annaspano, si sommuovono, si protendono, ma la terra con la sua forza di gravità li trattiene, li condanna al suolo. Molti tra di essi, sono candidati alle elezioni di qualsiasi livello; spesso col ruolo di riempitore di lista e niente altro. Alcuni invece, più o meno fortunati, ce la fanno. Diventano consiglieri comunali o provinciali, o regionali o deputati al parlamento nazionale. Qualcuno riesce a fare il sindaco, o l’assessore comunale e regionale e via sempre più oltre. Ma era all’origine un “fiufiune di pica” e tale resta nel ruolo che, meritamente o no, riesce a conseguire. Sicché altro non gli tocca, su qualsivoglia scranno segga, che assumere, con giusto sussiego la forma adeguata, posare comodamente le terga sulla poltrona conquistata, protendere il collo con occhio perso nella lontananza e, infine, come è nella sua vera natura esprimere il suo classico “fiu fiu”. Questo non accade non solo in politica, ma in tanti altri settori della nostra vita quotidiana. È il caso di chi si butta nel mondo degli affari, della moda, dello spettacolo e così via. Ecco che pencola, urta, sbalza, risale, prende il vento, ma d’improvviso ha uno scarto, un sussulto, una intima vibrazione: si ferma un attimo e, subito dopo, precipita. Difficile volare alto, più difficile ancora, conseguita l’altezza, restarci.

Fabio Guarna

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