RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
L’importante iniziativa di promozione della nostra letteratura, recentemente avviata dalle case editrici Rubbettino ed Ilisso, con la pubblicazione delle opere di grandi scrittori di Calabria, come Corrado Alvaro, Fortunato Seminara, Mario La Cava e altri, ha trovato una corrispondenza significativa nella rassegna letteraria promossa dall’Amministrazione Comunale di Cariati per l’estate 2006. La manifestazione, intitolata Luoghi e sguardi della letteratura calabrese, per indicare il racconto che scrittori, saggisti e studiosi hanno fatto «di una Calabria immensa, formata anche da quella costruita da tanti corregionali nel mondo», si è conclusa nei giorni scorsi. L’obiettivo, ha spiegato l’assessore alla Cultura del comune jonico, Cataldo Perri, è stato quello di valorizzare le opere di autori locali e del più vasto panorama regionale e nazionale, insieme al centro storico di Cariati che, per importanza e caratteristiche, offre sempre un incantevole scenario. «La Calabria va riscoperta come grande corpo pensante che vive accanto alla grande cultura d’Italia e dell’Europa» ha affermato il noto critico letterario e meridionalista Pasquino Crupi, alla cui presenza, il 29 luglio, è stato dato il via alla serie di incontri. Intervenuto con l’editore Demetrio Guzzardi in occasione della presentazione del volume Dingo (Progetto 2000) dello scrittore Paolo Catalano, originario di Siderno, il professore ha sottolineato la validità dell’iniziativa culturale, affermando che «l’intellettuale vero è quello che si lega al luogo, ma sa anche indagare i temi che ad esso s’intrecciano, e, quindi, sa andare oltre».
Il secondo appuntamento, incentrato sulla tradizione popolare orale, ha avuto per protagonista lo storico Romano Liguori che, con gli apporti del critico letterario Franco Nigro Imperiale e di Anna Scola, docente e dialettologa, ha presentato la sua raccolta di canti popolari intitolata Cariati è bella e nnha ru numu (Grafosud). A seguire, lo scrittore Carmine Abate, che in un’intervista al giornalista Gianluca Veltri, ha presentato il suo ultimo romanzo Il mosaico del tempo grande (Mondadori); quindi si è svolto il primo degli Incontri mediterranei, durante il quale i poeti Rocco Taliano Grasso e Gerardo Leonardis si sono confrontati con l’intensa opera di Mohamed Bennis, uno dei poeti marocchini più stimati nel mondo arabo.
Il programma è proseguito con un dibattito sulle storie e i temi dell’emigrazione contenuti nel volume Calabria altrove (Progetto 2000) della scrittrice e giornalista Assunta Scorpiniti che, tra l’altro, ha introdotto e coordinato la maggior parte degli incontri della rassegna letteraria e che, nell’occasione, ha presentato una sua ricerca iconografica sulle tre generazioni di emigrati in Germania; all’incontro hanno dato un interessante contributo il sindaco di Cariati Filippo Sero, che, nel suo intervento ha espresso idee e propositi d’impegno nei confronti delle migliaia di cariatesi che vivono altrove, l’editore Demetrio Guzzardi, il presidente dell’Ente Autonomo Fiere di Cosenza Francesco Savastano, i calabresi nel mondo Giovanni Calabrò, Giovanni Fortino e Giuseppe Parise e lo storico Franco Liguori. Ed è stato anche lui a chiudere la rassegna, il 19 agosto, con la presentazione del suo saggio Sybaris tra storia e leggenda (Bakos), di cui hanno parlato Adele Coscarella, del dipartimento di Archeologia dell’Università della Calabria, Gerardo Leonardis e Rocco Taliano Grasso, Assunta Scorpiniti e i giornalisti Lenin Montesanto e Pasquale Loiacono; le conclusioni sono state tratte dal consigliere nazionale di Italia Nostra, Teresa Liguori, che ha annunciato l’istituzione di una sezione dell’associazione anche a Cariati, di cui sarà responsabile lo stesso Franco Liguori.
L’iniziativa letteraria promossa dall’assessorato alla Cultura ha ottenuto un ampio consenso; ecco cosa ha comunicato lo scrittore Paolo Catalano in una lettera inviata agli organizzatori: «(?) Cariati è un labirinto di destini che si intrecciano con le sue case, i panorami, le strade e le persone. Dà l’idea di una Calabria gentile. Molti dei suoi abitanti sanno che sono destinati a partire per terre assai lontane, ma non si lamentano di ciò. Di questo luogo è il mio editore, quello che ha avuto il coraggio di dare speranza di vita ai miei personaggi che gli sono profondamente grati. Con un manipolo di intellettuali del luogo, ci siamo ritrovati in un angolo incantevole del borgo antico di Cariati a parlare di Maria, di Rosa e di Bruno protagonisti di Dingo, mentre il caldo imperversava e pur tuttavia non riusciva a distogliere l’attenzione del gentile pubblico dal nostro argomentare (?). Pensavo mentre seguivo i vari interventi quanto sia duro vivere nella nostra regione impigliati in una minorità regionale che fa il paio con quella nazionale, disincantati e delusi del nostro essere che sentiamo marginale ed ininfluente nel processo formativo del pensiero nazionale… Allora pensavo a cosa dobbiamo aggrapparci per tentare di ritrovare un’identità credibile e moderna. L’incertezza del nostro futuro ci porta ad accettare quanto di più squallido non si potrebbe, ci rotolarci dentro una cultura, vecchia e ammuffita. Eppure un grande fatto epico ha costruito la nostra identità, solo che non ci accorgiamo di esso: sta nell’ardimento, nelle esperienze, nella cultura nuova che ci hanno portato i nostri impagabili emigranti. E però il diventare moderni non è facoltativo, ma la condizione stessa della sopravvivenza; è un obbligo imposto dal contesto, non una libera opzione morale o intellettuale. Questo è il pensiero di Bollari ed io sono d’accordo con lui; del resto è lo stesso discorso che va facendo Pasquino Crupi in un mondo provinciale che non vuole sentire e non vuole vedere. Ma non volevo addentrarmi in questo discorso, volevo dare conto di una serata che certamente resterà nella mia memoria».