RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Nell’ambito della manifestazione organizzata dall’associazione Culturale Olivadese, nella serata di degustazione conviviale Domenica 17 settembre, ad Olivadi è stato presentato u “pane de maju”,
La manifestazione si inserisce nella rassegna“I sapori della tradizione”, che si propone la riscoperta e la diffusione delle tradizioni gastronomiche locali più autentiche in un percorso di ricerca in collaborazione con Slow Food Soverato. In quest’occasione si sono impegnate le donne di Olivadi che hanno interpretato ognuna con piccole variazioni il tema,in quanto la preparazione di questa ricetta avviene “a occhio”, nel senso che chi la prepara, eccettuata la farina, non pesa gli ingredienti, ma si regola man mano, anche in base ai propri gusti…
La ricetta del “Pana cu ‘u maju” (o “Pana de Maju”) prende il nome dai fiori di sambuco, che vengono chiamati “fiori de maju”, in quanto la fioritura inizia proprio in quel mese.
Si tratta di una ricetta tipica Olivadese e di pochissimi altri comuni Calabresi; infatti, anche nei paesi limitrofi ad Olivadi, questa tradizione non è presente.
Può capitare che la preparazione subisca delle variazioni, in base alla “mano” che la prepara.
Accade così che qualche famiglia prepari il pane senza la sugna, usando invece l’olio. Oppure, c’è chi preferisce usare i “ciculi”, pezzetti di carne di maiale e sugna, ossia ciò che rimane dalle “frittole”, che sono la bollitura di carne di maiale magra e grasso.
In questa occasione i fiori di sambuco utilizzati erano stati raccolti a maggio e conservati nel congelatore, ma il prossimo appuntamento sarà a maggio per la preparazione giusta nel tempo della raccolta.
La degustazione ha visto gli abbinamenti con i pecorini a latte crudo del territorio e con il vino rosso,il tutto accompagnato da musiche di Astor Piazzola, eseguite dal gruppo “Epokè”.
Siamo grati all’associazione Culturale Olivadese e al prof. Daniele Mellace che ci hanno fatto scoprire questo sapore, con l’augurio che si possa instaurare un rapporto di collaborazione con Slow Food per la valorizzazione di altri tesori gastronomici.