Satriano, politica

Articolo tratto da Il Quotidiano della Calabria. Autore: Fabio Guarna
Articolo
SATRIANO – Sembra che la vigilia delle elezioni nei nostri Comuni abbia caratteristiche simili. Infatti, i protagonisti, le macchinazioni, le intese e i vari giochi della politica sembrano ripetersi quasi si trattasse di un copione di un film visto e rivisto. Accade a Satriano, dove sino a questo momento l’unico nome che si fa di candidato a sindaco senza timori di smentita è quello di Michele Drosi, dirigente regionale dei D.s e segretario della locale unità di base sostenuto dal Movimento per l’alternativa di governo di Satriano. Per il resto, circolano le c.d. notizie civetta. Si tratta, lo ripetiamo per l’ennesima volta (ma agli assidui lettori satrianesi de “Il Quotidiano” la spiegazione è fin troppo nota), di notizie fatte circolare ad arte per tastare l’opinione pubblica ma prive di un reale fondamento. Quanto basta per comprendere che i nomi che si fanno (evitiamo quindi di riportare gli ultimi) hanno poca attendibilità e pertanto bisogna stare cauti prima di ripetere le notizie. Vero è che in un simile contesto, a chi scrive, non può non tornare in mente un vecchio articolo del Corriere della Sera di Dario Di Vico che chiedeva e si chiedeva: “Sapete quanti sono i controllori di volo di Fiumicino iscritti all’Anpcat? Solo tre. Eppure, – proseguiva Di Vico – manovrando con sindacale perizia i turni, sono stati capaci di indire uno sciopero del maggiore scalo italiano di ben otto ore”. L’articolo aveva come titolo “Il ruggito del coniglio”, e spesso mi torna in mente come sta avvenendo in questo caso pensando ai rumors politici satrianesi. Nella nostra bella Italia, come faceva notare De Vico, ci sono conigli che ruggiscono e non deve far meraviglia che anche nella nostra politica locale essi siano presenti e tentino come hanno fatto i colleghi dell’Anpcat di dominare. In Italia purtroppo è così. Nessuno è più stabile dei precari, nessuno più forte dei deboli, nessuno più debole dei forti. Nessuna formazione è più decisiva e determinante di quella più esigua ed evanescente. Questo vale in politica non meno che nelle arti, nelle professioni, forse, persino, nell’economia. Chi è sicuro di sé, dei suoi mezzi e delle sue risorse non si agita, non freme, non briga. S’appaga della sua forza tranquilla. E precipita nel primo trabocchetto, ad arte predisposto da chi sgomita, si contorce per trovare spazio, per dare prova di sé e del suo esistere, per recuperare smalto e spessore nel contesto del suo ambiente e dei suoi percorsi. Pensiamo alle piccole formazioni politiche dalla collocazione mai definita per intero, sempre pronte a ripensamenti, a propiziare rovesci e ribaltoni, a fare della propria precarietà ed evanescenza il loro punto di forza, con qualsiasi mezzo, primo fra tutti il trasformismo.  È il caso delle piccole formazioni mai definite che pretendono di decidere e prefigurare gli scenari politici prossimi a cui fa eco un’altra formazione ancora più minuta ed esigua e, anzi, tanto minuta ed esigua che solo guardandosi allo specchio, il suo sito privilegiato, può trarre coscienza di avere seguito e riscontri. Si proiettano sulla scena poltiica, ed emettono quindi il loro ruggito di coniglio con grande vigore e sicura determinazione. Qualcuno li ascolta e li prende sul serio. Altri, i più, non avvertono la loro presenza. Tanti conigli? Chissà, tutti ascoltano e giudicano, e tutti pensano il massimo bene di se stessi. Con un immancabile ruggito finale di compiacimento.

Fabio Guarna

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