TESTO LATINO
O di inmortales! ubinam gentium sumus? in qua urbe vivimus? quam rem publicam habemus? Hic, hic sunt in nostro numero, patres conscripti, in hoc orbis terrae sanctissimo gravissimoque consilio, qui de nostro omnium interitu, qui de huius urbis atque adeo de orbis terrarum exitio cogitent! Hos ego video consul et de re publica sententiam rogo et, quos ferro trucidari oportebat, eos nondum voce volnero! Fuisti igitur apud Laecam illa nocte, Catilina, distribuisti partes Italiae, statuisti, quo quemque proficisci placeret, delegisti, quos Romae relinqueres, quos tecum educeres, discripsisti urbis partes ad incendia, confirmasti te ipsum iam esse exiturum, dixisti paulum tibi esse etiam nunc morae, quod ego viverem. Reperti sunt duo equites Romani, qui te ista cura liberarent et sese illa ipsa nocte paulo ante lucem me in meo lectulo interfecturos [esse] pollicerentur.
TRADUZIONE LIBERA IN ITALIANOO dèi immortali! In quale parte della terra siamo? In quale città viviamo? In che Stato siamo? Qui, sono qui nel nostro numero, padri coscritti, in questa seduta che è la più sacrà e più importante della terrà, coloro che progettano la morte di noi tutti, la fine di questa città o piuttosto di tutte le terre del mondo. Io, il console, li vedo e chiedo la loro opinione su questioni politiche;! Uomini che bisognava fare a brandelli con la spada, non li ferisco neanche con la parola! Dunque, Catilina, quella notte sei stato da LEca. Hai ripartito l’Italia fra i tuoi, ha fissato la destinazione di ciascuno; hai scelto che lasciare a Roma e chi portare con te; hai stabilito quali quartieri della città doveva mettere a fuoco; ha confermato la tua imminente partenza; hai detto che avresti atteso ancora un po’ di tempo perché ero ancora vivo. Sono stati reperiti due cavalieri Romani a disposizioni per toglierti questo compito e prometterti di uccidermi nel mio letto, quella stessa notte, poco prima del far del giorno.