TESTO LATINO
Quae cum ita sint, Catilina, dubitas, si emori aequo animo non potes, abire in aliquas terras et vitam istam multis suppliciis iustis debitisque ereptam fugae solitudinique mandare? “Refer”, inquis, “ad senatum”; id enim postulas et, si hic ordo (sibi) placere decreverit te ire in exilium, optemperaturum te esse dicis. Non referam, id quod abhorret a meis moribus, et tamen faciam, ut intellegas, quid hi de te sentiant. Egredere ex urbe, Catilina, libera rem publicam metu, in exilium, si hanc vocem exspectas, proficiscere. Quid est, Catilina? ecquid attendis, ecquid animadvertis horum silentium? Patiuntur, tacent. Quid exspectas auctoritatem loquentium, quorum voluntatem tacitorum perspicis?
TRADUZIONE LIBERA IN ITALIANOStando così le cose, Carilina, perché esiti, se il tuo animo non si rassegna alla morte, ad allontanarti in altre terre, a consegnare all’esilio e alla solitudine una esistenza salvata da molte, legittime, meritate pene? Dici: “fai una relazione al senato”; è questo che mi domandi e ti dichiari pronto ad obbedire se il Senato prendesse la decisione di mandarti all’esilio. Non relazionerò, ciò non è compatibile con la mia indole; ma nonostante tutto ti farò comprendere cosa pensano di te coloro che sono presenti. Vattene dalla città, Catilina, libera la Repubblica (Stato: preferiamo Repubblica) dal terrore! Se non attendi che questa parola, allontanati in esilio. Ordunque, Catilina? Non osservi, non ti accorgi del loro silenzio? Sopportano, tacciono. Perché aspetti la conferma dell’ordine (della parola), quando a te è evidente la ragione del loro silenzio?