Traduzione libera in italiano dal latino – Cicerone – in Catilinam I, 22

TESTO LATINO

Quamquam quid loquor? te ut ulla res frangat, tu ut umquam te corrigas, tu ut ullam fugam meditere, tu ut ullum exilium cogites? Utinam tibi istam mentem di inmortales duint! tametsi video, si mea voce perterritus ire in exilium animum induxeris quanta tempestas invidiae nobis, si minus in praesens tempus recenti memoria scelerum tuorum, at in posteritatem impendeat. Sed est tanti, dum modo ista sit privata calamitas et a rei publicae periculis seiungatur. Sed tu ut vitiis tuis commoveare, ut legum poenas pertimescas, ut temporibus rei publicae cedas, non est postulandum. Neque enim is es, Catilina, ut te aut pudor umquam a turpitudine aut metus a periculo aut ratio a furore revocarit.

TRADUZIONE LIBERA IN ITALIANOMa a che mi serve parlare? A farti piegare, in qualche maniera? A farti ripensare? A persuaderti a meditare la fuga, a pensare all’esilio? Potessero gli Dei immortali suscitarti tali intendimenti! Ma non mi do illusioni, se tu assumessi la decisone di andare in esilio per timore delle mie parole, una terribile tempesta di impopolarità si abbatterebbe su di me, se non nell’immediato, poiché è ancora vivo il ricordo dei tuoi crimini, sicuramente in futuro. Ma è il conto da pagare, affinché questa disgrazia si abbatta solo su di me piuttosto che comportare pericoli per la Repubblica, non penso debba chiederti di sentire rimorso per i tuoi vizi, di avere paura delle pene previste dalla legge, né di avere cambiamenti di idea innanzi alle difficoltà in cui si trova la Repubblica. Neanche sei il soggetto, Catilina, da trattenerti per pudore dall’infamia, per paura dal pericolo o per razionalità dalla follia.

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