La siccità si fa sentire anche in borsa?

L’emergenza siccità potrebbe rivelarsi per il futuro una vera e propria piaga da affrontare con la massima determinazione. A farne le spese sarebbero (ma già ne stanno subendo forti conseguenze) i paesi più poveri e quelli collocati in zone dove le risorse idriche non sono sufficienti. Non deve fare meraviglia se qualcuno sostiene che l’acqua potabile potrebbe costare al litro più del petrolio. A dire il vero in alcuni paesi, comprare un litro d’acqua costa e costa tanto. Ma l’allarme siccità, a quanto pare, si fa sentire anche in borsa. Infatti qualche giorno fa alcuni titoli come “Acque potabili” e “Mediterranea acque” sono schizzati verso l’alto  senza  una  spiegazione tecnica precisa.  Secondo le prime notizie che si erano diffuse in un primo tempo sembrava che le ragioni del volo in borsa delle due società dovesse essere attribuito a boatos su alcune operazioni di fusioni in atto con Iride (altra società del settore). Ma nonostante le voci fossero state tempestivamente smentite con una serie di comunicati ufficiali i titoli hanno continuato nella loro ascesa fino a fermarsi e tornare a scendere verso il basso rapidamente. Il sospetto che a far volare il valore dei titolo delle società citate fosse il prospettarsi di immediati aumenti del prezzo dell’acqua. La borsa infatti è un interessante termometro per questo genere di cose. Pensate ai petroliferi. In genere quando il greggio aumenta, i titoli energetici volano.

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