Interviste durante la mia “carriera” (carriera che non ho mai, a dire il vero, preso seriamente: del resto in Calabria sarebbe stato inutile!!) di giornalista ne ho fatte. A big e meno big. Penso al Ministro Giulio Tremonti, a molti magistrati in occasione di eventi (es. celebrazioni, presentazione libri etc.) fra i quali Davigo, Colombo, Gratteri, Curcio etc. Aggiungo anche di avere intervistato l’ex governatore della Calabria Chiaravalloti e l’attuale Loiero perchè non citandoli sembrerebbe che snobbo i politici calabresi. Cito invece con orgoglio Montanelli che spesso ospitava i miei interventi sulla sua stanza del Corriere della Sera. Ma tornando alle mie interviste, mai mi sarei aspettato di avere la fortuna di farne una niente poco di meno che a Giuseppe Garibaldi. Ma ieri a Montepaone, proprio quando l’eroe dei due mondi avrebbe festeggiato 201 anni (era nato il 4 luglio 1807 a Nizza), ho avuto l’occasione di incontrare il suo pronipote che porta lo stesso nome del bisnonno: Giuseppe Garibaldi. L’intervista è stata realizzata per “Il Quotidiano della Calabria” e così in mezzo a tanti politici, magistrati nel mio curriculum aggiungerò anche un’intervista a Giuseppe Garibaldi. Giuseppe che d’ora in poi chiamerò Garibaldi Junior per distinguerlo dal bisnonno mi ha spiegato che il papà di suo nonno era Ricciotti Garibaldi il quale ebbe da Costanza Hopcraft 7 figli. Uno di questi 7 figli è il papà di Garibaldi J, ovvero Ezio Garibaldi che ebbe Giuseppe e Vittoria da Erika Knopp. Ezio per completezza di informazioni, come mi segnala via e-mail, Francesco Garibaldi-Hibbert e come si legge su Wikipedia (garibaldi famiglia) ebbe da Hope Mac Michael una figlia di nome Anita e di cui Francesco Garibaldi Hibbert è il figlio. Garibaldi Junior che, come dicevamo, ha anche una sorella un po’ più piccola (Vittoria), ha scelto di portare avanti il nome del grande bisnonno con stile e quasi silenziosamente cercando di valorizzare il messaggio dell’eroe dei due mondi pieno di sentimenti e valori forti. Prima di parlare della figura dell’eroe ho chiesto al mio intervistato un aneddoto della sua vita nato per il fatto di portare un nome tanto conosciuto. Mi ha raccontato che una volta, da bimbo, un vigile si arrabbiò con lui perché dopo averlo sorpreso che calpestava le aiuole, non voleva credere che si chiamasse Giuseppe Garibaldi tanto che la questione si risolse al comando della polizia municipale per la gioia dei giornalisti che il giorno dopo scrissero del curioso evento. Ed ancora a Garibaldi J, capitò, lavorando in Nigeria di sentire un capo tribù dire, senza sapere che c’era un Garibaldi presente, “potesse venire un Garibaldi a metter pace fra noi”. Una frase che, secondo Garibaldi J rende l’idea che nel mondo il suo bisnonno non è identificato come un generale guerriero, ma come un uomo che si batte per i valori di pace e giustizia fra i popoli. Garibaldi J è un funzionario dell’Eni in cui opera nel settore Relazioni Istituzionali e Comunicazione Esterna è rimasto affascinato dalla Calabria essendo la prima volta che si intrattiene per trascorrervi le vacanze. Si presenta senza barba diversamente da come me lo immaginavo pensando al bisnonno e con un cagnolino affidatogli dalla moglie Flavia Donati. Del bisnonno ritiene di avere ereditato i forti ideali e la voglia di battersi per essi anche se dice “ho capito nel corso degli anni che non posso pensare di imitare qualcun altro. È meglio essere la buona copia di se stessi e non la cattiva copia di un uomo come Garibaldi”. Nell’intervista su “Il Quotidiano” ho fatto tante domande a Garibaldi J, in una di esse ho chiesto anche qual è l’aspetto della figura dell’eroe dei due mondi che intende valorizzare “Innanzitutto – ha risposto – il messaggio di democrazia che portava. Quando Garibaldi arrivava, veniva accolto con grande entusiasmo dalla gente perché prima di giungere su un posto aveva creato le condizioni perché i suoi alti sentimenti venissero condivisi”. Una risposta che è anche il programma dell’Istituto “Giuseppe Garibaldi” che ha sede a Roma di cui il mio intervistato svolge le funzioni di direttore. Che dire? Forse anche in Iraq ci vorrebbe un Garibaldi!!
Fabio Guarna