Cipro: 715.000 abitanti. Come una città un po’ meno popolosa di Torino. Piccola, troppo piccola, anche come tradizione calcistica, per essere credibile come avversario. Se però ci si impegna, se si prova a giocare male, ma veramente male, con un po’ di buona volontà anche Cipro si può trasformare in un Real Madrid mediterraneo, una squadra capace di esprimere un calcio evocativo.
E quando l’arbitro fischia, un 2 a 1 strappato a Larnaca sembra un trionfo a Parigi o a Londra, “una partita sofferta, ma un’Italia caparbia”, si direbbe…. Poi ci si guarda intorno, si vede lo stadio da 10.000 posti, non l’Old Trafford o il Saint Denis e si capisce che in fondo la figuraccia l’abbiamo fatta lo stesso.
La squadra campione del mondo, fresca di gagliardetto sulla maglia regalato da Blatter, ingigantisce un gruppo di ambiziosi ciprioti, sparsi in giro per la Grecia a giocare a pallone e rende così temibile qualunque futura partita delle qualificazioni, in un girone tanto ostico da averci riservato anche Macedonia e Georgia.
I nostri strapagati paladini giocano con un’indolenza pari solo alla voglia di ripartire subito per l’Italia e così Buffon è costretto a sfornare prodigi, quasi fosse l’illusionista della porta, mentre viene bersagliato da noti bomber quali Okkas e Aloneftis.
Per un allenatore è difficile tirare fuori una selezione nazionale decente da un paese di 715.000 abitanti, per cui la pochezza di Cipro è demografica, prima che tecnica;
tuttavia ieri sera sulle fasce, merito della premiata ditta Zambrotta-Cassetti, Cipro viaggiava a passo doppio, costringendoci a una triste ritirata verso la nostra porta.
Nel finale, tra il serio e il faceto, cogliamo una immeritata vittoria che ha il marchio di Totò Di Natale, forse l’uomo più in forma del nostro campionato.
Intanto quella vecchia volpe del Trap con la “sua” Irlanda batte la Georgia, afflitta in questo momento da ben note difficoltà.
Un saluto di simpatia va rivolto quindi sia al Trap, indimenticabile in quel 2002 coreano, sia ai georgiani: coraggio ragazzi, ce la farete e il calcio riuscirà ancora a dare un esempio di pace.
Antonio Soriero