Eravamo ormai abituati a pensare a un giocatore bolso, un potente motore stanco, un treno prematuramente al capolinea.
Adriano, bomber dal sinistro stratosferico, l’anno scorso, rattristato da una condizione angosciante e da un rapporto con Mancini mai decollato, decise di andare al San Paolo per rigenerarsi, per ritrovare il sinistro e la potenza perduta….
Lo ritroviamo oggi, in forma smagliante e gasato, rigenerato dalla cura di quel portoghese tanto presuntuoso quanto capace.
Una volta Agnelli ebbe a dire a proposito di Pippo Inzaghi: “La presunzione dell’uomo è pari solamente alla sua capacità di far goal”.
Del prestigiatore Mourinho si potrebbe dire che la sua presunzione è pari solo alla capacità di ridare entusiasmo alla tifoseria, al gruppo, ad Adriano e persino a Moratti, distintosi sempre per quel grigiore padano che copre anche le gioie più smaglianti.
Adriano Leite Ribeiro ieri ha corso per due, ha scardinato il Torino con la prepotenza di chi vuole dare ancora molto, si è sacrificato in un lavoro sporco e continuo, ricandidandosi prepotentemente ad un posto di titolare fisso.
Mourinho è in completa sintonia con lui e l’Inter sembra una magnifica orchestra, fine e vigorosa, diretta da un maestro portoghese che poco ha da invidiare a Lorin Maazel.
In questo week end carioca, caratterizzato anche dalla superba prestazione di Maicon che regala al pubblico un missile con le “tre dita”, da evidenziare le prove di Amauri, sempre più convinto di poter fare il centravanti in una grande e di Ricky Kakà che guarda Carrizo, punta il telecomando sul sette e la mette lì: superbo.
Antonio Soriero