È uscito in Italia il 24 ottobre il film ispirato alla vita di Ian Curtis, leader dei Joy Division, la band britannica degli anni ’70 che con la bellissima Transmission e Shadow Plays ha cambiato la musica di quegli anni. L’impronta dark dei loro pezzi, in cui il basso predomina nettamente sulla chitarra, ha esplicita origine dal dramma personale del cantante, afflitto da epilessia e da inclinazioni melanconiche e tendenti al buio e alla morte. La sua fine tragica a soli 24 anni, si è suicidato impiccandosi nella sua cucina, è l’epilogo di una vita breve e intensa. Si era sposato a 19 anni e quando se ne è andato aveva una bimba di un anno e un divorzio alle spalle. Il film è il ritratto non solo del cantante dei Joy Division, ma il racconto della vita di un ragazzo comune che aveva sentimenti cupi nell’animo e li esprimeva attraverso la poesia delle sue canzoni. Sulla sua tomba il titolo di una delle canzoni più belle che abbiamo sentito reinterpretata anche dai sassi, Love will tear us apart che molti traducono “l’amore ci farà a pezzi”, ma che a me piace pensare che semplicemente dica “l’amore ci separerà”, come quando una cosa bella naturalmente cessa di essere tale.
Il titolo del film prende spunto dalla canzone ShÈs lost control che Ian scrisse dopo aver conosciuto una ragazza che come lui soffriva di forti attacchi di epilessia, e indica la perdita di controllo totale che condusse il protagonista a sprofondare in un gorgo oscuro senza possibilità di ritorno.
Già egli abbandonò questo mondo ignaro del successo che ebbero i Joy Division dopo la sua morte.
… Different colours, different shades
Over each mistakes were made …
http://www.youtube.com/watch?v=Ire1pkMZ5Mw
Il film è tratto liberamente dal romanzo autobiografico di Deborah Curtis, moglie di Ian, e, presentato un anno fa a Cannes, dove fu premiato, ottenne in seguito ben altri tre riconoscimenti come migliore Regia, Miglior Film, Migliore Attore non Protagonista (Toby Kebbel), Migliore Interprete (Sam Riley).