Da Cecino a Satriano spulciando su Google Books

SATRIANO – Su “Il Quotidiano della Calabria” in questi giorni sono apparsi alcuni articoli a firma di Fabio Guarna in cui l’autore, utilizzando come fonte l’enorme biblioteca virtuale di Google Books, ha spulciato alcune notizie storiche su Satriano. Di seguito vi riportiamo l’ultimo articolo apparso qualche giorno fa sulle pagine del quotidiano calabrese:

SATRIANO – Prosegue la nostra ricerca storica su alcuni comuni del basso jonio favorita dai libri consultabili sull’enorme biblioteca messa a disposizione da Google. Ci viene in soccorso per quanto riguarda Satriano, il “Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli” di Lorenzo Giustiniani che porta la data del 1804 che traccia un profilo storico geografico ed economico della città. Si tratta di pagine  di importante valenza storica per la cittadina jonica in quanto ripercorrono negli anni la storia di Satriano e richiamano anche alcune ipotesi sull’origine del suo nome. Infatti nel testo che si occupa di Satriano l’autore avverte  i lettori che “questa terra detta si fosse un tempo Cecino dal fiume del nome istesso, che passa pel suo territorio. Dicono dippiù, che mutata avesse di poi la sua denominazione, pigliandola dall’altro fiume Sagra, e detto dapprima Sagriano, e poi Satriano”. Per quanto riguarda invece l’economia satrianese all’epoca della stesura del libro, si scopre che la popolazione è autosufficiente, nel senso che per quanto attiene alle produzioni di prima necessità, il territorio dà agli abitanti più del necessario.  Nello specifico si legge nel libro (lo stile è quello usato all’epoca naturalmente): “oltre all’agricoltura, e della pastura, hanno l’industria di nutricare i bachi da seta; vi si coltiva ancora della bambagia, ad essi bastante commercio con altre popolazioni della provincia. Quì vi è ancora della caccia di quadrupedi e di volatili”.  La popolazione di Satriano al momento in cui l’autore scrive conta circa 2250 abitanti. Quanto invece alla storia di Satriano narrata da un’epoca più vicina da quella nostra si dice già da allora che un tempo Satriano avesse due casali: uno denominato Davoli e l’altro Sansosti, anche se sin dal 1532 le tasse venivano riscosse separatamente. Dopo avere fatto cenno al terremoto del 1783, di cui ci siamo già occupati più in particolare facendo riferimento ad un altro libro rintracciato grazie a Google Books (“Istoria e teoria de’ tremuoti in generale ed in particolare di quelli della Calabria, e di Messina del 1783” di Vivenzio), l’autore del “Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli” conclude la sua nota su  Satriano scrivendo: “fu compresa un tempo nel Principato di Squillace. Nel 1505 il Re Cattolico concedè la terra di Soverato, e l’altra di Satriano ad Antonello de Nobile. Nel 1609 Francesco Borges principe di Squillace vendè la baronia di Satriano, co’ suddetti casali di Davoli, e Sansosti, a Francesco Brancaccio per ducati 85000 di denaro di Ettore Ravaschieri figlio di Giovantonio Ravaschieri, che vi ebbe di poi questa famiglia il titolo di Principato”.

Fabio Guarna (fonte: Il Quotidiano della Calabria)

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