Il giorno della memoria

Sono ormai nove anni che lo stato italiano ha istituito il 27 gennaio come il giorno della memoria per non dimenticare le vittime del nazionalsocialismo e del fascismo e ricordare che lo stesso giorno nel 1945 gli orrori del campo di sterminio di Auschwitz furono svelati al mondo incredulo.
In questi giorni numerose sono le iniziative atte a mantenere vivo e indelebile il ricordo di tali atrocità, molti i viaggi verso tali luoghi di prigionia organizzati dalle scuole italiane, proiezioni e mostre a Bologna, Firenze, Trieste, Roma, Rovigo. Ma non sono solamente le grandi città ad attivarsi, ogni singolo paese indipendentemente dal numero di anime  che conta, organizza oggi o da diversi giorni ormai lo ha fatto eventi, proiezioni, concerti e riflessioni perchè ciò che più di 60 anni fa bruciò le nostre città dentro e fuori continua a terrorizzarci e la paura che possa ripetersi unita alla volontà di tramandare la storia non è puro dovere civico, ma straordinaria compassione laica.
Da Bassano del Grappa a Civitella del Tronto, da Ortonovo a Castellammare di Stabbia, da Modica ad Alghero, l’Italia in lungo e in largo oggi si ferma a ricordare nella speranza che ogni forma di razzismo possa essere sconfitta.
Il sentimento del diverso purtroppo attraversa chi sente dentro di sé la normalità e il proprio mondo come l’unico possibile, ma squarcia e dilania l’animo di chi vede aprirsi attorno a sè il deserto della solitudine.

Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.

Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.

La capra – Umberto Saba

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