AbracadIbra – 29a giornata Serie A commento

Magia: “Pratica rituale che tende ad agire, mediante arti occulte, sulla natura o sull’uomo”. (Dizionario Garzanti)
Zlatan Ibrahimovic:  “(Malmö, 3 ottobre 1981) è un calciatore svedese di origine bosniaca, attaccante dell’Inter e della nazionale svedese. Considerato uno dei calciatori più forti e completi al mondo.” (Fonte Wikipedia).
22/03/2009, Stadio “Giuseppe Meazza”, l’Inter sta facilmente domando la Reggina, un agnellino rispetto a un lupo famelico. A un certo punto della storia, lo stregone Ibrahimovic inventa un goal che non è lecito aspettarsi da un 46 di piede. Guarda il portiere e in corsa inventa un pallonetto molto simile a quello di Totti qualche anno fa, proprio a San Siro contro l’Inter.
Perché questo marziano del calcio sia così fragile nelle coppe europee è un interrogativo pari solo ai “sette problemi del millennio” di matematica.
Un calciatore straordinario, naturalmente, fisicamente e tecnicamente fuori dal comune: una quercia con i piedi da tulipano.
Ibra in Europa sparisce, lo sa l’Inter eliminata malamente dai Red Devils e lo sa la Juve, la sua squadra precedente, che lo vide scomparire nel confronto con il Liverpool il 13 aprile 2005.
Il Superman indiscusso del campionato italiano perde i poteri sullo scenario europeo, quasi come se le squadre inglesi fossero criptonite.
Resta sempre quel sapore di incompiutezza in bocca, un sapore che non ti fa vincere il Pallone d’oro.
Quel pallone così luccicante, coccolato nel 2008 da Cristiano Ronaldo, e che nel 2009 finirà forse nelle mani di Leo Messi.
A Ibra rimangono le magie contro Reggina e Fiorentina: ti fanno sì vincere lo scudetto, però ti fanno pensare che in fondo, se qualcuno da lassù ti ha dato 100, è davvero peccato offrire sempre 50.
Proprio in Europa si trova sempre più a proprio agio l’Udinese che naviga a vista in campionato e a gonfie vele in Uefa.
Adesso toccherà al Werder castiga – Milan confrontarsi con la truppa di Marino, ma l’impressione che si possa fare l’impresa al Friuli c’è.
Di Natale non vale meno di Diego e Quagliarella vale più di Pizarro, “Yes, we can” direbbe un tale che sta provando a cambiare il mondo.
Noi continuiamo a goderci una serie A troppo ovvia per essere vera, aspettando già il prossimo campionato.

Antonio Soriero

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