In un comunicato diffuso via web dall’ufficio stampa dell’ Italia dei diritti si segnala un fenomeno spesso trascurato dagli organi di informazione o di cui si parla poco che riguarda gli animali ed in particolare il traffico clandestino di cani. Di seguito il testo del comunicato: Trieste, 6 maggio 2009 – “Se non è possibile fermare questo traffico a monte bisogna farlo a valle.” Il responsabile per il Friuli-Venezia Giulia dell’Italia dei Diritti Luigino Smiroldo ragiona sulle possibili strade da percorrere per porre un freno al traffico clandestino dei cani di razza che, come emerge dall’ultimo rapporto pubblicato da Legambiente sulle Ecomafie, ha dato vita ad un mercato da 300 milioni di euro. “Non siamo in grado di controllare i confini ma dobbiamo almeno intensificare la vigilanza sui rivenditori. Credo che per uno stato sia possibile. Un mercato nel quale si accerta il rispetto delle regole è meno interessante per i contrabbandieri. Mentre per scoraggiare i rivenditori le sanzioni dovrebbero essere più severe, reati di questo tipo dovrebbero comportare come minimo la chiusura dell’attività. E’ vero che come per il problema della prostituzione c’è un’offerta perchè esiste una domanda, ma in questo caso non si può fare appello alla responsabilità dei cittadini che il più delle volte sono inconsapevoli di incrementare un traffico illegale. La questione – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – è molto più grave di quanto possa apparire ad alcuni. Infatti il contrabbando di cani è solo una variante, e neppure la più terrificante, del traffico di esseri viventi. Sappiamo bene che esiste un mercato di ragazze provenienti dall’est Europa. Non possiamo chiudere gli occhi davanti alla tratta degli schiavi.”
Ufficio Stampa Italia dei Diritti