SOVERATO – Il 23 maggio 1992 la mafia fece esplodere una bomba sistemata sull’autostrada A29,
nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo che uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesco Morvillo gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montanari e Vito Schifani. Per ricordare il magistrato antimafia Falcone e il collega Paolo Borsellino ucciso meno di di due mesi dopo, il 19 luglio 1992 nonchè tutte le vittime della criminalità organizzata è stata istituita la giornata della legalità che si celebra a Palermo. All’iniziativa ha partecipato una delegazione degli allievi dell’Itc Antonino Calabretta che ha fatto tappa nei giorni scorsi nella città siciliana dove si è unita a migliaia di studenti provenienti da ogni parte d’Italia imbarcati sulla “nave della legalità” e giunti nella città siciliana per ricordare Giovanni e Paolo. Durante la giornata gli allievi hanno partecipato a varie manifestazioni fra cui una in Piazza Maggione dove hanno avuto l’occasione di vedere il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano e ascoltare il messaggio della massima carica dello Stato che li ha esortati a credere nei valori di legalità e giustizia, “è un invito – ha detto il Presidente – e un appello: credete in quei valori di libertà, legalità e di democrazia per i quali hanno combattuto e si sono sacrificati Falcone e Borsellino. Sono stati degli eroi – ha concluso Napolitano rivolgendosi agli studenti – e non sono stati sconfitti”. Quindi gli allievi si sono spostati lungo le vie di Palermo, tutti con la stessa maglietta simboleggiante la giornata della legalità per unirsi in corteo a migliaia di persone e hanno percorso le strade cittadine, cantando e ripetendo slogan fino a raggiungere l’albero della legalità sotto il quale è stato allestito un palco su cui la sorella di Giovanni Falcone e altre autorità si sono rivolti ai manifestanti per testimoniare l’importanza della manifestazione e dire no alla criminalità organizzata. In attesa dell’arrivo delle 17:58, ora e minuto in cui 17 anni prima a Capaci, esplose la bomba che uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesco Morvillo gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montanari e Vito Schifani, c’è stato un mini-show, prima con un cantastorie locale e poi di Ficarra e Picone, i quali con ironia sottile hanno gridato al riscatto della Sicilia contro chi la condanna ad avere un’immagine negativa. Una splendida regione che ha dato i natali proprio a uomini come Falcone e Borsellino. Toccante l’esibizione finale di un gruppo di ragazzi della fondazione Falcone che insieme al Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha recitato sul palco un passo de “La ballata per la festa dei bambini morti di mafia” di Luciano Violante. Allo scoccare delle 17:58 le note del “silenzio” hanno fermato il tempo a 17 anni prima. Quindi Piero Grasso con le dita incrociate a forma di “V” simboleggiante la vittoria dello Stato contro la criminalità organizzata e un lungo, lunghissimo applauso per ricordare Giovanni e Paolo.
f.g.