Il celebre monologo finale del replicante di Blade Runner ha dato lo spunto a Fabio Guarna per un corsivo pubblicato nei giorni scorsi su “Il Quotidiano della Calabria” in cui si trattano alcune questioni al centro del dibattito politico soveratese in questo periodo. Di seguito (potenza di internet!!) vediamo su youtube il monologo di Roy Batty e riportiamo l’articolo di Fabio Guarna nella versione originaria
SOVERATO – Fino a qualche giorno fa soltanto Rutger Hauer nei panni del replicante Roy Batty in Blade Runner avrebbe potuto dire, “di avere visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”. Oggi lo possono dire tanti soveratesi pensando alla propria città a cominciare dal sindaco Raffaele Mancini che in questo periodo, se dovesse essere scelto un quadro per raffigurarlo come rappresentante del popolo che amministra, finirebbe con l’assumere l’immagine di San Sebastiano, pieno di frecce che arrivano da ogni parte. Mutuiamo l’espressione del replicante di Blade Runner e il paragone con San Sebastiano usata qualche tempo fa da altri giornalisti per evocare scenari da fantascienza, adattandoli ad una realtà locale che sembra destinata a non avere prospettive, al punto che non possiamo immaginare cosa altro possa esserle negato o riconosciuto. E se non ci sono prospettive, ciò non accade per scelta dei suoi cittadini che ancora credono che Soverato possa essere il luogo su cui investire, quanto invece per l’atteggiamento che si percepisce da parte delle alte sfere, di ignorare le potenzialità di un territorio pronto a misurarsi e capace di superare per dinamismo e idee tanti altri splendidi posti della Calabria. Forse non sbaglia chi sospetta che potrebbe essere proprio questo il motivo perché il soveratese sia stato escluso dall’elenco delle polarità urbane. Le spiegazioni e i bla bla bla, o ancora gli intenti di rimediare al danno diranno altre cose, ma il sospetto che si teme la concorrenza del soveratese è legittimato dalle frecce (per tornare a San Sebastiano) schioccate sino ad oggi contro la città. Dapprima con l’esclusione dai fondi per la valorizzazione dei centri storici, che – ha spiegato ad una tv locale l’assessore regionale all’urbanistica – “è effetto di una scelta tecnica e non politica”. Un’affermazione che non ha convinto il sindaco e tanti cittadini e che ancora più rischia di non essere condivisa se la si collega, per quanto di fatto non abbiano nulla che le leghi, alla scelta di non riconoscere fra i poli urbani della Calabria, il Soveratese. Una decisione non priva di effetti sostanziali, poiché non essendoci un polo urbano, non arriveranno fondi e pertanto bisognerà credere meno alla realizzazione di tanti sogni di conurbazione che in certi periodi (specie elettorali) affiorano a tanti amministratori locali. Non si esclude che anche il mancato riconoscimento della polarità urbana al soveratese possa essere stata una scelta tecnica, ma non può non venirci in mente il monologo finale del replicante di Blade Runner se si pensa che da più di mezzo secolo si attende la posa della prima pietra per la costruzione del porto di Satriano, che la trasversale delle Serre ancora non è completa nonostante gli anni che trascorrono, che la SS 106 continua a riempirsi di lapidi e fiori lungo il suo percorso e che la linea ferroviaria non è elettrificata. Cos’altro ancora c’è da immaginare per il futuro? Roy Batty avrebbe detto: “Ne ho visto cose che voi umani non potreste mai immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.
Fabio Guarna