Rivedere la commedia di Newell con gli occhi del Milan.
Sì, perché si tratta di ben quattro matrimoni, due già consumati (con Pato e Ronaldinho) e due ancora da sperimentare (Robinho e il “fedelissimo” Ibra).
Il funerale è stato allestito invece sabato a Cesena, città romagnola dalle buone forchette che hanno infilzato il Milan degli 11 solisti.
Bogdani ha aperto la strada a Giaccherini e, come in uno strano rito, il Milan è rimasto soggiogato da un’onesta squadra neopromossa dalla B.
È vero, il Cesena corre, corre, corre, mentre il Milan arranca dietro a uno spilungone fenomenale ancora per niente integrato nei meccanismi rossoneri.
È presto, Ibra verrà fuori e poi saranno guai per tutti…Mah, intanto “Allegri” sembra più un invito ai tifosi rossoneri che non un allenatore. Abituato fino all’anno scorso all’arduo dilemma “Matri o Jeda”, quest’anno si ritrova a dover scegliere tra “Ronaldinho e Robinho”.
Riuscirà il nostro eroe a risolvere l’inghippo? Si spera, anche perché tutti e 4 i fantastici non possono giocare insieme, a meno di non dover mandare Nesta e Thiago Silva da uno psicologo di rango a fine campionato.
La Rometta, incassato il solito goal di Daniele Conti, precipita negli abissi sconfortanti dell’era Voeller.
Borriello si segnala solo per il taglio Cheyenne, ma la porta è cosa di Matri e Acquafresca.
Acqua fresca è invece la difesa della Juve che può vantare i tre peggiori terzini del mondo. Su Pozzi la retroguardia juventina raggiunge il grottesco e Del Neri, con quel suo strano accento friulano, sembra Paperino che inveisce contro Gastone. Non è tutta sfortuna, caro Gigi. La Juve ha carenze enormi.
L’Inter infine. Criticata, sottovalutata, irrisa dopo il primo pareggio stagionale. Per ora è lì, quasi in testa. E’ ancora nettamente la squadra, e sottolineo squadra, più forte d’Italia, molto probabilmente anche d’Europa. Le figurine panini o Championship Manager sono una cosa, il calcio vero è altro. Al Milan mancava da comprare solo Chuck Norris, ma l’Inter è ancora superiore. Di tanto.