Altrimenti sono (Uru)guay!

SERIE A COMMENTO 19a GIORNATA 2010-2011 – Edinson Roberto Cavani Gómez è nato quasi 24 anni fa in Uruguay, a Salto.
Salto, come il balzo con cui ha incenerito Traore’ sul secondo goal del Napoli alla Juve.
Salto, come il tuffo in sospensione a mezz’aria, con cui ha umiliato (come ha fatto per tutto il match) Grygera.
Salto, come il salto di qualità che ha fatto compiere al Napoli.
I numeri mostruosi che accompagnano questo ragazzo ci raccontano la realtà per quella che è e per quella che nessun tifoso partenopeo avrebbe mai osato neppure sognare: il Napoli secondo, dietro al Milan, come negli anni belli.
Una sensazione stupenda per gli azzurri, come la brezza del lungomare, come certi scorci rubati tra i vicoli della città di Troisi.
Cavani è scatenato sul campo, ma molto riservato fuori. E’ il bomber di Dio che prega, ringrazia il Signore, ringrazia la moglie, ringrazia i compagni. Questo mentre tutti ringraziano lui, per i sogni che sta regalando.
Dall’altra parte una squadra inesistente, in cui il migliore è Luca Toni, arrivato a Torino da due giorni.
Questo la dice lunga sulla Juventus. Svuotata, senza il carattere che l’ha resa celebre nel mondo, senza idee, la compagine bianconera continua a calpestare la propria storia, come succede troppo spesso in questi ultimi anni. L’unico aggettivo possibile per Grygera è indecente.
Un calciatore acquistato perché amico di Nedved, sta diventando il peggior nemico della Juve.
Ha colpe macroscopiche su tutti e tre i goal. E’ senza vergogna, quasi come Amauri, un centravanti mobile più o meno quanto un bradipo a riposo.
Giostra del goal, ed era prevedibile, a Milano. Milan – Udinese è stata una partita divertentissima, da Premier più che da Serie A. Quel fenomeno di Di Natale, accompagnato da “El nino maravilla” Sanchez, cerca di beffare la capolista.
Alla fine ci pensa, come sempre, un certo Zlatan Ibrahimovic, freddo al ’90 sotto porta come se stesse giocando contro il Lumezzane un’amichevole estiva. Che mostro, signori.
Per chi non vuole mai smettere di credere nell’impossibile, si segnala la vittoria del Lecce a Roma.
La squadra di De Canio riparte ordinatamente, punge il giusto e trova il goal vittoria con un altro uruguagio, molto meno celebre di Cavani, ma, almeno per questo match, altrettanto efficace: Grossmuller.
La Lazio incappa nella partita sbagliata, Hernanes è pressoché assente e quindi tutto il motore di Reja smette di girare.
Tengo nella manica l’ultimo (Cambi)asso. L’Inter è tornata, prepotentemente, com’è suo stile. È tornata con gli uomini migliori, con fuoriclasse del calibro di Cambiasso. Ha due partite in meno, un Mondiale per club in più e tutto l’entusiasmo di Leonardo. Se il Milan non si affretta a fare più punti possibili, l’incubo nerazzurro è dietro l’angolo.

Antonio Soriero

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