SERIE A COMMENTO 22a GIORNATA 2010-2011 – “Hat-trick”, così la cultura anglosassone definisce una tripletta.
Nel calcio segnare tre goal è una cosa rara, tanto che alla fine del match in Inghilterra regalano il pallone al prode autore delle tre segnature.
Un evento anomalo, una prestazione straordinaria, non una consuetudine.
Per Edinson Cavani le triplette sembrano essere invece una piacevole abitudine.
Dopo aver infilzato tre volte quel che resta della Juve il 9 gennaio scorso, l’uruguagio castiga tre volte anche la Samp, appena ventuno giorni dopo.
Le prestazioni spaventose dell’ex palermitano portano il Napoli a soffrire di vertigini, godendosi un secondo posto troppo bello per essere sperato.
È come comprare un “Gratta e Vinci” puntando a vincere mille euro e trovarsi a vincerne centomila.
Una sensazione di caos emotivo sintetizzabile nella bolgia del San Paolo e nell’estasi di Auriemma, il telecronista-tifoso che commenta ogni settimane le partite degli azzurri.
Sarà un grande finale di campionato, perché il Napoli c’è, insieme a Milan, Inter e Roma.
Continua a sorprendere anche l’Udinese. Pur andando sotto con la Juve, rimonta e vince con merito. I bianconeri di Torino, come di consueto, non propongono nulla che ricordi vagamente il gioco del calcio, eccezion fatta per lo straordinario goal di Marchisio, un calcitore che non riesce a convincere nonostante le indiscutibili qualità tecniche. I bianconeri friulani viceversa giocano benissimo, Sanchez si traveste da Zidane e ottimi giocatori come Isla e Armero completano una squadra davvero ben assemblata da Pozzo e dai suoi fedelissimi.
In fondo al tunnel il Lecce non riesce a chiudere con grinta una partita praticamente vinta e a scacciare per un pò il terrore da zona retrocessione. Da retrocessione sta giocando invece il Brescia. A meno di miracoli i lombardi sono già spacciati.
Lascio all’Inter la coda dell’articolo.
I nerazzurri mi ricordano tantissimo la prima Juve di Lippi, il Manchester di Fergusson vincitore della Champions contro il Bayern e il Porto di Mourinho.
Squadroni che hanno fatto la recente storia del calcio e che non mollavano mai.
È vero, l’Inter ha preso Pazzini. E “il Pazzo” ha segnato due goal. Non male come biglietto da visita.
Però la realtà è che la squadra ha ormai nel DNA grinta da vendere. È stato questo il vero capolavoro dello stratega portoghese che ha preceduto Leonardo.
L’Inter sta in campo per ’90 minuti e oltre.
Anche quando subisce due goal, gli avversari non hanno mai la sensazione di essere riusciti davvero a domare i nerazzurri.
Come quei leoni che, benché feriti, attaccano finché non sbranano la preda.
In proposito, vorrei ricordare una frase che Sir Alex Fergusson disse ai suoi Red Devils per insegnare loro a vincere.
Fergusson mostrando ai ragazzi una videocassetta della Juve di Lippi, sentenziò: “Non guardate la tattica o la tecnica, quelle le abbiamo anche noi, voi dovete imparare ad avere quella voglia di vincere”.
Antonio Soriero