SERIE A COMMENTO ALLA 7a GIORNATA 2011/2011 – L’Inter è sazia, appagata. Gli uomini a disposizione di Ranieri non hanno voglia di vincere, hanno bisogno di riposo o di una bella pensione esotica (Qatar, USA, Cina…).
Il povero mister, chiamato a sostituire in corsa Gasp, deve fare i conti con i reduci del mourinhismo, quella visione del calcio che ha permesso a Maicon, Stankovic e Milito di vincere una Champions, spremendosi però sino al midollo.
Questa Inter è quindi in grado sì di mettere in mostra un buon calcio in talune occasioni, ma non può garantire la continuità di gioco e la cattiveria agonistica proprie di chi voglia vincere.
I nerazzurri mi ricordano quei parenti che a Natale, prostrati dal pasto eccessivo, non riescono a mangiare anche l’ultimo torroncino offerto con premura e affetto.
Una sensazione di sazietà molto vicina al malessere che impedisce persino di alzarsi dal divano o di commentare il freddo invernale.
Ecco, l’Inter in questa fase è all’ultimo torroncino dopo il pranzo di Natale.
Un pò di fame sta tornando invece al Milan, che ha ambizioni europee, ma intanto deve ripartire anche in Italia.
Il rientro di Robinho, tanto auspicato da Allegri, è adesso una piacevole realtà e anche i due depressi, Cassano e Ibra, giocano all’altezza della propria caratura.
Niente da fare così per il Palermo e per Mangia (lui sì, continuamente, ma perché condannato dal cognome).
Non ha ancora la dimensione della grandissima squadra la Juve, incapace di infilare la banderilla decisiva per annichilire il campionato. È in queste fasi che si vede la compagine da scudetto e i bianconeri, come ripete ossessivamente Conte, stanno ancora studiando da grande.
Cresceranno, ma hanno bisogno di maggiore solidità in attacco. In fase di finalizzazione non si vedono cose eccezionali e un reparto offensivo con Vucinic e Pepe più avanzati non garantisce di certo goal.
Grande prestazione della Lazio nel derby capitolino. I biancocelesti giocano un discreto primo tempo, chiuso però con il vantaggio della Roma ( si ricrederà chi a inizio campionato era scettico su Osvaldo). Nella ripresa la musica cambia e, complice un Tagliavento non proprio in serata di grazia, la Lazio riesce a imporre le proprie giocate, elementari eppur spietate. Come quella che porta al goal di Klose.
Grave ritardo di Cassetti in chiusura e il bomber polacco (tedesco più per convenienza che per convinzione) si aggiusta la sfera, mira l’angolino e manda una bella cartolina a Stekelenburg.
Klose è uno di quegli attaccanti rari, davvero rognosi. Non ha una tecnica eccelsa, ma non è identificabile. Non sai se marcarlo in anticipo, perché è bravo a rubare il tempo, non sai se contenerlo, perché si difende benissimo, anche con i gomiti, non sai se marcarlo “largamente” a zona, perché protegge il pallone e lo smista per i compagni.
Si rischia sempre di sbagliare qualcosa contro giocatori così.
Cassetti ha sbagliato il tempo, che in genere è tiranno, quasi come Miroslav.
Antonio Soriero