Serie A – 100

COMMENTO 13a GIORNATA CAMPIONATO SERIE A 2011-2012 – 100 e sei felice. Gran goal, Zlatan, davvero.
100 in Serie A, che bel numero. Però bisogna tenerlo così….Diavolo, ci sei cascato, hai ceduto all’ ossessione, hai tolto uno “0”.
Basta solo uno “0”, un maledetto nulla, un niente, tutto, nella tua testa. Adesso 100 è diventato 10 e hai in mente quel “10”.
Mercoledì 23 novembre, la serata perfetta. Stadio gremito, carichi i compagni come una fionda, vuoi umiliare Guardiola e più in generale, per naturale arroganza, vuoi affermare la tua forza.
Hai una sola paura, piccola, terribile.
Una paura personificata da un tipetto alto 1,69, con un fisico da impiegato delle Poste che si allena e una faccia anonima. Uno di quelli che a Malmoe prendevi per il culo dalla mattina alla sera quando eri ragazzino.
Parte la musica della Champions e ti soffermi sulla paura, errore da non commettere mai.
Esamini quell’ometto. E leggi il “10”. Vedi la sua maglietta, sai che da 112 anni vuol dire “Barça “ ovvero “més que un club”.
Incominci a sentire , anche dall’alto del tuo 1,95, una sorta di fastidiosa inferiorità rispetto a colui che tutti chiamano “la pulce”.
Ricordi bene di aver giocato insieme a lui.
È più forte, troppo più forte e troppo diverso da te.
Contro Cristiano Ronaldo te la puoi giocare, siete spacconi, arroganti, cercate il numero per lo sberleffo a tutti i costi. Malati di protagonismo, non accettate altro che voi stessi.
Quell’ometto no, non vuole insultare nessuno, però vi castiga sempre.
Anche il 23 novembre finisce come ogni maledetta volta che te lo trovi davanti.
Bella prova contro “ i mussi volanti”, tuttavia mercoledì hai scorto Pegaso, lì in lontananza, e non sei riuscito a catturarlo, a domarlo.
Così Pegaso si è involato e ha servito all’altra divinità catalana, all’anagrafe Xavier Hernández Creus, per tutti Xavi, un pallone troppo dolce per infilzare Abbiati con quella crudeltà. Mostruosa, divina.
Adesso sono 100 in serie A, vuoi pensare solo a questo.
Allarghi le braccia a voler sembrare ancora invincibile. La testa detta però numeri diversi: “10”, “1,69”…. Numeri che ti confondono e ti sconfortano, perciò i tuoi occhi paiono assenti, sconvolti dalle immagini di mercoledì.
Torni a casa e non c’è nessun Pallone d’oro ad aspettarti, mentre quello ne ha già due e il terzo è in pronta consegna.
Altri numeri che ti piegano, facendoti sentire talvolta niente, anche se apparentemente hai tutto.

Antonio Soriero

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