“Pazzo idea di rimontare con Ranieri, pensando di stare ancora insieme a Mou….”
Ci vorrebbe la migliore Patty Pravo (quella che faceva impazzire il Piper per intenderci) per descrivere questa sindrome da “vorrei, ma non posso” che soggioga l’Inter da quando il portoghese l’ha abbandonata, in uno squallido angolo di Madrid tra pianti accorati e tristezze diffuse.
Adesso l’Inter ha Ranieri, prima ha avuto lo spericolato Gasp, Leonardo (un perfetto Iago shakespeariano), e ancor prima Rafa Benitez, con quelle guanciotte rosse che in periodo natalizio ricordano i simpatici elfi che aiutano Babbo Natale (Moratti sarebbe perfetto per il ruolo, ma un po’ troppo smilzo).
Insomma varie peripezie hanno caratterizzato il viaggio dell’Inter lontano dal pianeta Mou, la novità della passata giornata è che i nerazzurri hanno finalmente convinto.
Ottima prova della difesa, a dire il vero non molto sollecitata dall’asfittica fase offensiva viola, e soprattutto dell’attacco, con l’ex di turno, “il Pazzo” Pazzini a punire la squadra che non aveva avuto il coraggio di puntare su di lui, prefendo lo sviolinatore scordato, adesso anche dal tabellino marcatori, Alberto Gilardino.
Mentre Ranieri inizia a quadrare l’Inter, in attesa del recupero di questa sera contro il Genoa, salta agli occhi l’ennesima debacle dei blancos di Mourinho contro l’odiato Barca, la squadra della felicità.
Caro José, mi sembra il caso di mettere l’anima in pace, perché se una squadra ha come riserve Sanchez e Fabregas, vale a dire due tra i primi venti calciatori al mondo, tutto il resto è noia, commento superfluo, tattica inutile, infimo tentativo di arrestare la perfezione.
Non si può impedire al sole di splendere, ci si può nascondere, imbucare, rintanare, ma il sole c’è, come questo Barcellona, la più grande squadra di tutti i tempi.
Nell’ultimo Clàsico Messi diventa sublime ornamento di un’opera perfetta. Non bastano Cristiano Ronaldo, Benzema, il gioco all’italiana di Mou e tutti i trucchetti messi in atto dai blancos. Niente di niente. Solo Barca, anche a Madrid.
Tornando alla nostra Penisoletta, segnaliamo un ottimo Bologna che mette in difficoltà un Milan in 12, sostenuto da un Rocchi in forma strepitosa, peccato non si parli di Tommaso in questa occasione. L’arbitro inventa il rigore su Ibra e soprattutto non vede, insieme a un assistente da terza categoria, un evidentissimo fallo di mano del professor Seedorf. Diamanti corregge le topiche arbitrali con un tiro maligno che Amelia, il portiere che si ammalia, accompagna placidamente in fondo alla rete.
Da segnalare infine il pareggio tutto grinta della Juve all’Olimpico. Totti riesce a far parare un rigore a Buffon, impresa non da tutti, e al “gollonzo” iniziale di De Rossi risponde il gorilla Chiellini.
L’esultanza alla Donkey Kong rende simpatico il nasone di Pisa, a mio giudizio il difensore più sopravvalutato della serie A dopo Bonucci.
Chiellini è roccioso, molto “fisico” negli interventi e coraggioso nei recuperi. I piedi però sono da torneo condominiale over 60. Vedere Chiellini crossare è come ascoltare Schifani nel goffo tentativo di sembrare uno statista. Grottesco, inaccettabile. È strano che un giocatore di questo livello tecnico sia non solo in serie A, ma anche in nazionale, ricevendo lodi e plausi da tutti.
Antonio Soriero