Sogno o son Destro?

Realizzare una doppietta in serie A a vent’anni non è da tutti.
Realizzarla contro una squadra blasonata e rampante come la Lazio neppure, men che meno se giochi nel Siena.
Però se ti chiami Mattia Destro, e di te si dice un gran bene da anni, allora non è solo lecito sognare, ma è anche possibile realizzare questa doppietta.
D’accordo, la Lazio ha giocato in versione “27 dicembre” quando, dopo il tracollo delle festività natalizie, si tenta di ridare una dignità alla propria linea, irrimediabilmente compromessa dai troppi torroni ingurgitati.
I biancocelesti si sono presentati al Franchi in condizione disastrosa e sono stati travolti dai bianconeri di Sannino. A fare la differenza è stato proprio Mattia Destro, un giovane di grandissime qualità e prospettiva che, a dispetto del cognome, ha giocato un tiro mancino alla Lazio.
Klose a parte, i laziali sono stati irriconoscibili, con Cissé più adatto a una puntata natalizia di “Pimp My Ride” che a una partita di calcio vera.
Mentre Destro brucia le tappe, Totti si scusa per il ritardo…..
I due goal del capitano giallorosso arrivano su rigore, “Er Pupone” è attualmente l’unico calciatore di serie A a essere meno mobile di Del Piero (anche perché Immobile gioca in B al Pescara), tuttavia il valore di Totti all’interno della compagine giallorossa è incalcolabile.
Sembra sempre che con lui la Roma, nel bene o nel male, possa fare qualcosa. Senza di lui è come una scolaresca in gita ad Amsterdam senza insegnante: caos totale.
Dalla Roma è arrivato alla Juve Marco Borriello, un ottimo attaccante, ma non ancora quel top player che servirebbe a esaltare l’attacco bianconero. A Lecce basta Matri, subentrato allo sfortunato Quagliarella.
Matri, Borriello, Quagliarella, Vucinic, tutti attaccanti tra il 7,5 e l’8, ma i vari Aguero, Tevez, Falcao sembrano sempre sfuggire alla dirigenza bianconera. Marotta sta costruendo un profilo da squadra operaia, ma la metà bianconera di Torino non è abituata a vivere da Toro, con il cuore granata buttato in mezzo al campo. La squadra che nell’immaginario collettivo è abbinata all’alterigia dell’avvocato Agnelli, si è fregiata negli ultimi anni dei nomi di Zidane e Nedved, senza voler scomodare Baggio e Platini.
Del Piero ormai segna solo doppiette agli arabi, i tifosi bianconeri meriterebbero un nome che faccia la differenza.
Come quello svedese altissimo che fa vincere il Milan, con stop di petto e magie assortite che hanno del miracoloso considerata la sua stazza. Ibra è sempre il giocatore più forte della serie A, è difficile che i rossoneri non vincano lo scudetto con lui al centro dell’attacco.
A proposito di campioni, a Milano è tornato “il principe” Milito, che ha vissuto un rientro simile a quello del “Re Carlo Martello” cantato da De André. La fame di goal di Milito era paragonabile all’appetito sessuale del povero Re Carlo e Diego, contro il Parma, si è dimostrato ancora “cavaliere assai valente” che in diversi frangenti “d’onor si ricoprì”.
Chiudo con il goal di Jovetic. Questo folle genio montenegrino, veramente all’altezza di raccogliere il testimone di Savicevic, sta tenendo da solo in piedi la Fiorentina. I Della Valle hanno meno voglia di spendere di Monti e Delio Rossi deve fare di necessità virtù. Al sabato, spulciando tra i giocatori in rosa, si accorge di avere “Jo-Jo”, tira un sospiro di sollievo e sa che la partita si potrà comunque giocare, contro tutti.

Antonio Soriero

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