Contecitorio – Serie A Scudetto alla Juventus

Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e vide che non c’era nessuno. Così Martin Luther King.
La paura, un’emozione primaria. Il coraggio, una virtù.
Paura di non farcela, di non riuscire più a vincere, dopo essere stati annientati nel 2006. Una storia spezzata, ma mai piegata.
Il coraggio di Antonio Conte, juventino nell’anima.
Il coraggio di Andrea Pirlo, juventino acquisito.
Il coraggio di Alessandro Del Piero, juventino per sempre.
La Juventus è tornata. Ha aspettato 37 partite, da imbattuto, per pronunciare questa frase Antonio Conte.
L’anno scorso la serie B a Siena, quest’anno la Juve.
Una sfida quasi impossibile: ridare coraggio ai bianconeri. Dopo due anni di settimi posti. Gli anni della paura di non essere più la Juve.
Questo, l’anno del coraggio.
L’anno in cui la Juve gioca a pallone, fa vedere un calcio diverso in Italia, un calcio europeo, come ama ripetere Arrigo Sacchi, non esattamente il primo supporter della Vecchia Signora.
Un calcio europeo imperniato sulla straordinaria capacità di Pirlo di ergersi a moderno von Karajan, direttore di un’orchestra che annovera pochissimi primi violini, ma nessun trombone.
Una squadra umile, la squadra di Pepe, di Estigarribia, di De Ceglie, di Lichtsteiner, di Quagliarella, di tanti giocatori che sono arrivati al trionfo “centimetro dopo centimetro”, per parafrasare il celebre discorso di Al Pacino in Any given Sunday.
Adesso è Juve, è il trionfo di questi ragazzi su cui pochissimi avrebbero puntato un euro a inizio anno.
A settembre si parlava del Milan e, in seconda battuta, dell’Inter e del Napoli.
Tutte messe in fila dalla macchina da corsa e da gioco ideata da Antonio Conte.
Metodi spicci, cultura del lavoro predicata fino all’ossessione e rispetto per le qualità umane dei giocatori.
Il primo parlamento del Regno d’Italia ebbe sede a Torino, Conte a Vinovo ha ricreato un piccolo parlamento calcistico, un Contecitorio. La squadra decide collegialmente le giocate, seguendo i diversi capigruppo: Del Piero, Pirlo e Buffon.
La festa per lo scudetto scaccia i dolori e le amarezze della B e conferisce maggiore dignità a tutta la serie A, un campionato dimezzato in questi anni a causa della debolezza della Juve.
Anche Allegri, alla fine, fa i complimenti ai bianconeri, recuperando una sportività smarrita in mesi di confuse polemiche.
L’anno prossimo la Juve sarà la squadra da battere ed è una novità.
Giampiero Boniperti, 443 presenze in maglia bianconera, ama ripetere che “Alla Juventus vincere non è importante. È l’unica cosa che conta.”
Da oggi è l’unica cosa che Conte.

Antonio Soriero