In morte di Mario Alcaro – di Gianni Calabretta

SOVERATO (CZ) – Ri-conobbi il professor Mario Alcaro durante la mia esperienza di Sindaco di Soverato, quando mi fece sapere che intendeva costruire relazioni tra il mondo universitario calabrese e le realtà politico-amministrative nate in quelli anni. Mi piace ricordarlo per il suo libro “Sull’identità meridionale” (Bollati-Boringhieri), che presentò anche a Soverato, e per il giornale “Ora locale”, di cui fu fondatore, animatore e artefice. Penso che quel suo libro e il giornale sono la rappresentazione plastica del suo modo di interpretare l’impegno civico. Nel libro rivendica una sorta di orgoglio dell’essere meridionale, scoprendo valori, che il sentire comune vedeva e vede tutt’ora come handicap antropologici, ostacolo alla formazione della coscienza civica: la sua tesi è invece che il dono, l’amicizia, le relazioni di vicinato, le pratiche disinteressate di aiuto nei confronti dei bisognosi costituiscano (costituissero?) la trama sociale della Calabria e che dovrebbero essere il fondamento per la costruzione del bene comune. Con “Ora Locale” Lettere dal Sud inventa un luogo di incontro tra gli intellettuali calabresi, troppo spesso rinchiusi nell’isolamento delle aule universitarie, e alcune esperienze politiche e amministrative nate in Calabria nei primi anni Novanta, che tante speranze di riscatto avevano generato.Intendeva, come scrisse nel suo primo editoriale, supportare quelle esperienze politiche “per diffonderle e arricchirle con analisi, raccolta di dati e proposte, utilizzando le competenze e i saperi delle nostre Università”. Di certo, questo suo tentativo ha generato in molti la consapevolezza che il destino della Calabria è affidato alla capacità dei suoi abitanti di costruire il futuro, fondandolo sulla “ricchezza dei suoi costumi, delle sue tradizioni culturali, della sua civiltà”.

Gianni Calabretta