SOVERATO (CZ) – La politica diventa cultura, o forse lo è sempre stata se si guarda all’azione di Giacomo Mancini, il leader socialista scomparso 10 anni fa. L’input dovrebbe essere coerente con lo spirito che ha animato l’iniziativa promossa dalla Fondazione Mancini e dai Comuni di Soverato e Satriano. In particolare, l’evento è stato voluto dal sindaco di Soverato, Leonardo Taverniti, dal presidente del Consiglio comunale Sonia Munizzi e dal sindaco di Satriano Michele Drosi e riguarda appunto la presentazione del film “Il leone socialista – la straordinaria vicenda politica di Giacomo Mancini”. Del resto basta leggere il comunicato diramato dagli organizzatori per capire come domenica 19 agosto nella splendida cornice dell’anfiteatro del lungomare di Soverato l’appuntamento si annunci come uno dei più interessanti eventi politico-culturali dell’estate, uno di quegli appuntamenti capaci di suscitare discussioni e polemiche. “Il leone socialista” è un film del regista Giuseppe Petitto ed è nato da un’idea del giornalista Sergio Dragone, firma sottile e acuta di tante opere. Saranno presenti i familiari più stretti di Mancini (il figlio Pietro, presidente della Fondazione, e il nipote Giacomo, già deputato e oggi assessore regionale al bilancio). “Alla fine della proiezione si confronteranno due noti giornalisti calabresi – si legge in un comunicato – affermatisi a livello nazionale: Ida Dominijanni, firma storica del Manifesto, scrittrice e ospite fissa di Gad Lerner ne “L’Infedele” e Giuseppe Malara, giornalista RAI della testata ammiraglia del TG1. “Il film di Petitto e Dragone racconta la vicenda “unica, irripetibile e drammatica” di Giacomo Mancini, ripercorrendone le tappe – prosegue il comunicato – dai primi passi nella Resistenza romana all’elezione in Parlamento, dall’esperienza di “ministro del fare” a quella di difensore dei diritti civili, senza trascurare le battaglie condotte sul caso Moro e sul caso 7 aprile. Tra i momenti più drammatici e intensi, le orgogliose difese del leader socialista dalle infamanti accuse di fiancheggiamento del terrorismo e di associazione esterna alla mafia.“Emerge prepotente – dicono Petitto e Dragone – la figura gigantesca di un leader politico che non ha mai conosciuto la paura, che ha primeggiato sia come uomo del fare, sia come difensore dei diritti civili. Se oggi l’Italia è un Paese libero e democratico lo si deve ad uomini come Giacomo Mancini”.
f.g.