SCLEROSI MULTIPLA – In un comunicato stampa diramato da chi si occupa della diffusione di essi per conto di Novartis, azienda multinazionale nel settore farmaceutico si dà notizia che “Saranno presentati al 28° congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS) nuovi dati che confermano la rapidità d’azione di fingolimod (Gilenya®), prima terapia orale in monosomministrazione giornaliera approvata per le forme recidivanti di sclerosi multipla (SM) con un’efficacia che si mantiene nel tempo”. Prima di riportare alcuni passi del comunicato stampa in cui sono anticipati alcuni dati ce saranno presentati chiariamo che in esso è contenuto un disclaimer in cui si precisa che il comunicato stesso “contiene alcune indicazioni che potrebbero non corrispondere ai futuri risultati. Nel caso in cui uno o più di tali rischi e incertezze si concretizzino – prosegue la nota – , oppure nel caso in cui gli assunti che hanno determinato le anticipazioni dovessero risultare errate, i risultati effettivi potrebbero essere diversi da quelli descritti in questa sede come anticipati, creduti, stimati o attesi”. Nella nota stampa a cui si rinvia per maggiori dettagli al sito ufficiale di Novartis Italia (sezione comunicati) si legge che “Nuovi dati indicano che fingolimod mostra un significativo e precoce effetto nel ridurre la perdita di volume cerebrale a 6 mesi” e prosegue ” – “Una nuova analisi su due ampi studi di fase III dimostra un significativo e precoce effetto del trattamento con fingolimod su ricadute e parametri rilevati dalla risonanza magnetica, compresa la perdita di volume cerebrale, in pazienti con sclerosi multipla – I dati mostrano un più elevato tasso di aderenza al trattamento con fingolimod, terapia orale in monosomministrazione giornaliera, rispetto a quello con altre terapie disease-modifying (DMT) per via iniettiva – L’analisi dei dati degli studi a lungo termine e dello studio core su oltre 3.500 pazienti confermano il profilo di sicurezza; ad agosto 2012 oltre 49.000 pazienti trattati con fingolimod.”