NUOVO GOVERNO – In attesa della decisione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di affidare un nuovo incarico per formare un nuovo governo si comincia a fare il totoministri. Vero è – messe da parte le considerazione politiche che spesso impediscono una serena discussione – i nomi che circolano sono sì, di autorevoli esponenti della politica ma anche di prestigiosi tecnici. Diversamente dal solito però, non sarebbe una cattiva idea, cominciare a pensare anche ai funzionari con radicata esperienza nei propri ministeri. In sostanza non sarebbe male l’idea di scegliere chi ha a che fare giornalmente e da decenni con le stesse problematiche, spesso ingigantite da una politica e da un “atteggiamento” sindacale miope. Un alto-dirigente di ruolo come Ministro con tanta esperienza dunque non sarebbe una cattiva idea, ovvero uno di quelli che conosce bene il settore in cui opera. Sottolineiamo che l’idea non è quella di nominare – qualora ci siano – “uomini ombra” ma alti funzionari di provata esperienza sul campo. Proviamo a ragionare sul possibile nome del nuovo ministro della Pubblica Istruzione. Si tratta di un ministero – che spesso affoga nei tecnicismi di una burocrazia e che necessita di uno snellimento che blocca il suo funzionamento generando problemi sia per quanto attiene l’assorbimento del precariato (problema sociale) ma anche per i risultati nel campo didattico e scientifico. Vero è che il Ministro Francesco Profumo, più propenso probabilmente a “europeizzare” nel senso nobile del termine la scuola italiana, ha trovato grossi ostacoli nella farraginosa macchina ministeriale. Il Ministro Profumo ha avviato dei percorsi che però rischiano di arrestarsi e quindi di non potere essere sviluppati per il futuro se non si trova la soluzione tecnica giusta dal basso (basso riferito a questioni tecniche) e non necessariamente dall’alto. Si pensi alla formazione degli organici o alla programmazione dei saperi, tutti argomenti che i funzionari dovranno studiare bene prima di bandire nuovi concorsi o creare nuove sinergie fra scuola e istituzioni. Ed allora perché non cambiare il volto della politica e mettere a capo dei Ministeri, funzionari che in quel campo lavorano da una vita? Ad esempio il capo dipartimento dell’attuale Ministero della Pubblica Istruzione Lucrezia Stellacci è una persona preparata e competente. Chi meglio di lei, districandosi nella matassa di leggi e leggine potrebbe trovare le soluzioni o le idee giuste? Non solo ma essendo stata al fianco di Profumo, ottenendone evidentemente fiducia per la conduzione della macchina ministeriale , potrebbe rappresentare una buona occasione per valorizzare i percorsi virtuosi avviati conoscendo bene le difficoltà tecniche da superare e anche le conseguenze di certe scelte. Insomma l’idea di avere più cittadini (tecnicamente all’altezza) e meno politici Ministri del governo potrebbe generare “larghissime” intese. Ovviamente non sappiamo della disponibilità della Dott.ssa Stellacci, ma comunque riteniamo non sia stato male ragionarci. Del resto, l’idea di parlare e proporre il nome del prossimo Ministro della Pubblica Istruzione l’abbiamo sviluppata perché circola su internet un sondaggio su “chi vorresti Ministro della Pubblica Istruzione tra…?”. E abbiamo aggiunto un nome, poco conosciuto dalla politica, ma molto stimato nel suo settore. f.g.