Festa della Repubblica 2013: messaggio di Napolitano

Lo scorso anno per la Festa della Repubblica, quella che con il “senno del poi” diciamo avrebbe rappresentato la conclusione del primo settennato di Giorgio Napolitano, il Capo dello Stato nonostante le pressioni dirette all’annullamento della festa per sostenere i terremotati, aveva chiesto che il 66° anniversario della Repubblica Italiana venisse celebrato in maniera sobria.
Quest’anno per fortuna terremoti non ce ne sono stati ma la sobrietà anche in quest’occasione è ritornata nel messaggio di Napolitano agli italiani per il 67° anniversario della Repubblica. La situazione economica è drammatica e pensando ai tragici gesti che ha prodotto, essere sobri per la festa della Repubblica del 2 giugno 2013 come lo scorso anno è forse d’obbligo. Sobrio significa, usando dei sinonimi: moderato, misurato che non mostra eccessi, semplice, essenziale senza fronzoli, senza sfarzo. La parola “sobrio” si trova nell’incipit del messaggio quando il Capo dello Stato dice: “Rivolgo a voi tutti un cordiale saluto ed augurio per l’anniversario della nascita della nostra Repubblica. Lo celebriamo nel modo più sobrio, riducendo all’essenziale lo stesso omaggio che non può mancare alle forze armate che servono con onore, anche lontano dal paese, la bandiera nazionale…”
L’inquilino del Quirinale nel suo messaggio dopo avere analizzato la situazione e avere chiarito che per uscire dalle difficoltà è necessario il contributo di tutti, ha sottolineato anche di avere accettato di essere lui ancora una volta a parlare agli italiani il 2 giugno, per senso di responsabilità “confidando che le forze politiche, a cominciare da quelle maggiori, sappiano mostrarsi a loro volta responsabili”. Infine nelle ultime parole del messaggio del Presidente della Repubblica per il 2 giugno 2013 c’è una nota di speranza e di ottimismo: “Di qui al 2 giugno del prossimo anno, l’Italia – ha concluso il Presidente Napolitano – dovrà essersi data una prospettiva nuova, più serena e sicura. Andiamo avanti con coraggio per potervi riuscire. Ancora un augurio. Viva la Repubblica !”. f.g.