Gli Stati Uniti sono pronti ad attaccare la Siria colpevole, secondo gli Usa, di avere usato armi chimiche alla periferia di Damasco. Accuse non riconosciute come vere dal regime di Bashar Al Assad (non ci sono prove dicono) e che attraverso il Ministro dell’informazione ha dichiarato che “qualsiasi aggressione è illegittima”. John Kerry, segretario di Stato americano va invece giù duro e afferma che è stato violato qualsiasi codice morale e che il massacro perpetrato con armi chimiche di innocenti e la strage di bambini e donne è oscenità morale. Affermazioni che lasciano prefigurare un imminente attacco da parte degli Usa. Si tratterebbe, secondo boatos rimbalzati dalla stampa inglese, di un’offensiva limitata con l’utilizzo di missili a lunga gittata che punterebbero su obiettivi localizzati attraverso droni. Un attacco lampo di 24 massimo 48 ore mirato a indebolire la forza militare siriana colpendo punti strategici della difesa di Assad come bunker, palazzi del governo, rampe missilistiche e basi aeree. Un attacco tale da impedire a Damasco di sferrare nuovo attacchi chimici. Non è escluso che fra gli scenari possibili di guerra ci sarebbe anche un attacco aereo contro le unità siriane considerate responsabili degli attacchi con armi chimiche. Vero è che il dispiegamento di forze militare degli Usa (navi, sottomarini, aerei, avamposti), lascia intendere che, quale sia la strategia offensiva, la possibilità di un attacco è molto probabile e vicina.