Soverato: si è spento lo scultore Giuseppe Maria Pisani. Tante le sue opere nella cittadina jonica

Giuseppe Maria Pisani
Giuseppe Maria Pisani

Ognuno lascia una traccia sulla terra e Giuseppe Maria Pisani ne ha lasciate tante che oggi tocca a noi valorizzare perché dietro quelle sculture c’è l’arte e l’animo di un grande artista, un grande artista calabrese. Tante tracce, le troviamo in varie città della Calabria e fra queste Soverato dove Giuseppe Maria Pisani ha salutato la vita terrena e dove ha trascorso gran parte della sua esistenza. Di seguito riportiamo alcune note biografiche sull’artista calabrese. f.g.

Insegnante di disegno, pastellista, restauratore e progettista, era nato a Serra San Bruno nel 1927. Sin da bambino, si era formato con gli ultimi maestri serresi, apprendendo le forme e le tecniche pittoriche e scultoree che furono patrimonio delle botteghe più attive, nel suo paese natale, fin dal XVII secolo. L’esempio degli antenati ma soprattutto quello del nonno Giuseppe Maria Pisani, allievo di Domenico Morelli all’Accademia di Belle Arti di Napoli, influenzò notevolmente i suoi anni giovanili, durante i quali affinò le tecniche del carboncino, della sanguigna e della matita, sulla base dei modelli della ritrattistica classica. A Serra San Bruno realizzò, nel 1951 il progetto per la scalinata di Santa Maria del Bosco, eseguito in pietra granitica locale e, nel 1953, i disegni per l’artistica cancellata in ferro battuto del monumento ai caduti. Ma gli anni cinquanta furono scanditi, pure, dalla scoperta dei temi sociali: in moltissimi disegni, realizzati estemporaneamente, riuscì a raccontare una Calabria fortemente caratterizzata dall’ethos popolare, dalla semplicità della vita quotidiana e dal lavoro, con particolare riferimento ad una infanzia precocemente esposta alle difficoltà della vita. Si fece notare, nel 1954, per la prima scultura realizzata in bronzo, una Madonna Immacolata collocata in Certosa e, soprattutto, nel 1958, per un bassorilievo, pure in bronzo, “Calvario di uomini”, oggi collocato nel cimitero monumentale di Brescia. E’ del 1961 la porta di bronzo della Chiesa dell’Addolorata di Serra San Bruno, la prima realizzata in Calabria, in cui i temi iconografici classici dei Sette dolori di Maria appaiono rivisitati in chiave moderna senza collidere con le linee tardobarocche della chiesa. Altre importanti realizzazioni di questi anni sono il busto del musicista Riccardo Zandonai (1960) per il Convento del Beato Sante di Pesaro in cui, al di là di ogni verismo descrittivo, se ne percepisce l’ispirazione per il fremere del modellato; la scultura “Ut unum sint”, esposta nel 1963, in occasione della morte di papa Giovanni XXIII, presso la galleria d’arte “Lo sprone” di Firenze e il bassorilievo raffigurante “L’evoluzione della tecnica nel campo geodetico”, con il quale risultò vincitore di un concorso nazionale di scultura, nel 1967. Il bassorilievo, che raffigura un uomo anatomico, proteso verso l’alto, a ricevere il mandato divino, ricco di simboli-icone della moderna tecnologia, campeggia in bronzo nella piazza del Municipio a Vibo Valentia, sulla facciata dell’Istituto Tecnico Commerciale “Galileo Galilei”. Altre importanti sculture sono il San Bruno, realizzato nel 1979 per l’altare maggiore della chiesa di Santa Chiara a Toronto, commissionato dalla comunità italiana in Canada e due bassorilievi in marmo raffiguranti “San Girolamo” e “Giovanni XXIII” scolpiti nel 1978 per la chiesa dell’Assunta di Serra San Bruno. Nel 1991 realizzò per il IX centenario della fondazione della Certosa calabrese, un bronzo alto quasi due metri, il monumento a San Bruno, oggi collocato nella piazza del municipio a Serra. Durante le fasi della realizzazione, presso la fonderia Battaglia di Milano, ammirò l’opera Francesco Messina, definendola “capolavoro di sintesi”. Ancora nel 1993, scolpì per la tomba Calabretta del Cimitero di Serra San Bruno, una “Pietà” dalla concezione nuova: non l’iconografia tradizionale del Cristo tra le braccia della Madre, ma la Madonna che si fa Croce, prendendo su di sé i destini di una umanità sofferente, e avvolgendo, nel contempo, con il suo corpo etereo, il Figlio, come in un sudario. Successivamente saranno il busto di bronzo di Mattia Preti, collocato nella sala dedicata al “Cavaliere Calabrese” del Museum of Fine Arts di Valletta, a Malta, quello del poeta vernacolare “mastro Bruno Pelaggi” per il cortile del Palazzo Chimirri di Serra San Bruno e quello di Francesco De Luca, primo presidente della camera postunitaria, inaugurato a Cardinale nel 2003, ad inaugurare una nuova serie di ritratti che marcano la sua intensa vocazione figurativa mai disgiunta dalla ricerca psicologica. Tante le opere realizzate a Soverato e nel suo comprensorio: è del 1983, un altorilievo, oggi posto nel cimitero, sulla facciata della cappella del dirigente della

Busto di Antonino Calabretta sistemato sulla facciata dell'ITE Calabretta
Busto di Antonino Calabretta sistemato sulla facciata dell’ITE Calabretta

nazionale italiana di calcio Gigi Peronace, in cui ogni frammento vibra, nei piani larghi e distesi, per effetto della luce che rende le immagini mobili e mutevoli, facendo esplodere uno stadio affollato di tifosi. Nel 2007 scolpì, per incarico della famiglia, il busto di Antonino Calabretta, fuso in bronzo e collocato sulla facciata dell’ITC che porta il suo nome. Sono suoi anche molti progetti per la parrocchiale di Soverato, la grande stella sul soffitto, il lampadario in ferro battuto e l’altare rivolto verso il pubblico. Attende ancora collocazione il busto di Antonello Gagini, autore della celebre Pietà, modellato per una piazza di Soverato nell’ormai lontano 1996. E’ auspicabile vederlo sistemato quanto prima, come lo scultore desiderava.