Si è spento Don Ciro Izzo. E’ stato direttore dei salesiani di Soverato e per tanti anni ha operato nella casa della cittadina jonica. Ricordo con tanto affetto la splendida persona e sacerdote esemplare, e ricordo anche il mio docente di lettere al secondo anno di liceo classico. Insieme a lui in cattedra c’era anche il Prof. Giulio De Loiro mio docente di latino e greco anche al terzo e ultimo anno (una volta non si chiamava quinto liceo, sic !!). Il Prof. De Loiro mi ha trasmesso questa bella testimonianza di Don Ciro che riporto di seguito. RIP Don Ciro – il tuo ex-allievo Fabio Guarna
Ciao, don Ciro!
La notizia della morte di don Ciro, che mi ha comunicato direttamente don Angelo Santorsola, Ispettore dei Salesiani, mi ha profondamente rattristato!
E credo che la stessa tristezza sia avvertita da tutti coloro che hanno avuto la gioia di conoscere il caro don Ciro, che all’Istituto Salesiano di Soverato é rimasto tanti anni, all’inizio, come Vicario e Direttore, e successivamente come Insegnate di Lettere al ginnasio e al liceo.
Personalmente io l’ho avuto come collega di Italiano al Liceo, un’esperienza lunga e straordinario, durante la quale ho potuto constatare, oltre all’ottimo livello della preparazione professionale, la sua bontà d’animo e lo spirito collaborativo con cui si rapportava con tutti i docenti.
Nel giudicare, poi, gli allievi é stato sempre generoso; infatti nella sua lunga carriera di insegnante é stato comprensivo verso tutti gli allievi e soprattutto verso coloro che avevano qualche problema e necessitavano di un aiuto particolare.
Tra le connotazioni, poi, attinenti il suo ministero sacerdotale, grande risalto ha avuto in lui il voto di povertà, che faceva di don Ciro un sacerdote impeccabile ed esemplare.
Lindo e pulito nella persona, ricordo che indossava per mesi lo stesso maglione grigio e portava le stesse scarpe, tant’é che in una gita scolastica a Roma, una mattina gli insegnati laici, avendo notato qualche buco nelle suole delle sue scarpe, lo stesso giorno gli regalarono un bel paio di scarpe. Un regalo che don Ciro accettò con un certo disagio, forse perché pensava che nessuno si sarebbe accorto delle sue scarpe bucate.
E ringraziò noi insegnanti con il suo sorriso e con una simpatica battuta con cui sollevò i superiori da ogni responsabilità, quel sorriso e quelle battute di cui era prodigo sempre e verso tutti, come degno figlio di don Bosco, soprattutto quando si trovava nel cortile in mezzo ai giovani.
A me é capitato di sentirmi vicino don Ciro, in un momento particolare, quando la parola di un amico ti aiuta a risollevarti. E per abbracciarmi e farmi coraggio è arrivato fino a casa mia.
Grazie, don Ciro!
Ma oggi, proprio quando ci hai lasciato, sento il bisogno di dirti grazie anche per tutti i giovani della Calabria, a cui in tanti anni hai fatto sentire la tua vicinanza affettiva.
Continua a voler loro bene anche da cielo, dove sono sicuro che stai già assaporando la gioia dell’abbraccio di Dio.
Giulio De Loiro