Sotto il cielo di San Siro, in una serata carica di aspettative, si è svolto un capitolo sorprendente del calcio italiano. Nella cornice del match Inter-Bologna per la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, si sono intrecciate emozioni e strategie che rimarranno impresse nella memoria di molti. “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore…non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”, cantava De Gregori, una melodia che risuona amaramente in queste ore. Il protagonista di questo atto, Lautaro Martinez, si è trovato al cospetto di un momento chiave: un calcio di rigore fischiato al primo tempo che avrebbe potuto indirizzare diversamente il corso degli eventi. Il pallone, però, non ha varcato la linea del gol. Il calcio di rigore non trasformato è diventato il crocevia del match. Se Lautaro avesse segnato, forse avremmo raccontato un’altra storia, ma il calcio è fatto anche di questi “se” e “ma”.
Il Bologna, squadra che non ha mai smesso di credere nel possibile, ha dimostrato una resilienza esemplare. I giocatori della squadra felsinea dopo avere trascinato i nerazzurri ai tempi supplementari e trovandosi in svantaggio, hanno saputo ribaltare il risultato con una determinazione che merita rispetto e ammirazione. La loro vittoria, per 2 reti a 1 (gol di Carlos Augusto al 92° per l’Inter; Sam Beukema al 112° e Dan Ndoye al 116° per la squadra emiliana), ha lasciato il segno. Per i tifosi nerazzurri, questa partita lascia un retrogusto di malinconia, un senso di ciò che “avrebbe potuto essere”. In questi momenti, – pensando ancora al rigore calciato da Lautaro e non andato a segno – le parole della canzone di De Gregori – assumono un significato più profondo, ricordandoci che nel calcio, come nella vita, non sono i singoli episodi a definire il valore di una squadra o di un giocatore, ma è il percorso complessivo, fatto di alti e bassi, di vittorie e di sconfitte. E in questa narrazione, l’Inter, pur nel dispiacere di una serata non all’altezza delle aspettative, guarda già al futuro, pronto a rialzarsi e a continuare a scrivere la sua storia.
Fabio Guarna