Già in passato ho narrato questo episodio, ma ogni volta che lo ripercorro sembra svelarmi qualcosa di nuovo, una luce nascosta nella trama dei ricordi, come se la memoria stessa volesse intrecciare con più forza le sue fila al disegno ineluttabile del destino. Oggi il cielo dà dimora al compleanno di mio padre, Vincenzo Guarna, e il pensiero vola lontano, tra le aule polverose dell’Università di Messina, dove egli, giovane e pieno di sogni, seguiva le lezioni di lettere. Di quei giorni di studio e fervore intellettuale, una volta, con un sorriso che tradiva un sottile orgoglio, condivise un aneddoto in famiglia che ogni tanto rievochiamo. Gli amici e i compagni di corso, fra cui la sua futura moglie, ovvero mia madre, amavano scherzare con lui, dicendo che il suo volto aveva una sorprendente somiglianza con quello di Gérard Philipe, l’attore francese che il destino aveva voluto rapire troppo presto al mondo. Cercando tra le pieghe del tempo ho scoperto una coincidenza che appare quasi scolpita dalla mano del caso: mio padre nacque nel giorno esatto in cui Gérard Philipe lasciava questa terra, anche se in anni diversi. Curiosamente, lo stesso Philipe nacque il 4 dicembre, appena un giorno prima della data in cui, anni dopo, il tempo avrebbe chiuso la parabola terrena di papà, generando così un curioso parallelismo temporale che avvicina le loro esistenze nel calendario. Queste connessioni, così sottili eppure così definitive, sembrano tessere una tela invisibile tra esistenze distanti, come un mosaico in cui ogni tassello, anche il più semplice, si incastra perfettamente. Ed oggi il ricordo si fa augurio… Buon compleanno, papà, là dove il tempo non conta più, e i giorni si inseguono senza fine nel quieto respiro dell’eterno.
Fabio Guarna