Apprendere della scomparsa di Fausto Varano lascia un grande vuoto e tanta tristezza. Non posso non ripensare ai tanti momenti condivisi con lui. L’ho conosciuto ai tempi della scuola media, quando era il mio giovanissimo professore di matematica e io un suo alunno. Aveva una carica di energia e passione rare, unite a una professionalità impeccabile. Dopo gli anni della scuola, ci siamo ritrovati grazie a un’altra sua passione: il tennis. Era diventato giudice arbitro e spesso la federazione lo assegnava nei tornei in cui gareggiavo. Ritrovarlo lì, in quel ruolo, aveva qualcosa di curioso ma per nulla sorprendente. Con lo stesso rigore che aveva in classe, affrontava anche quel compito con serietà e precisione. Più avanti, i nostri sentieri si sono incrociati ancora, questa volta nel mondo del giornalismo. Si era avvicinato sempre più alle cronache sportive, seguendo partite ed eventi e conducendo trasmissioni con competenza e passione, caratteristiche che lo avevano sempre contraddistinto. Anche io, come lui, ero immerso nel mondo dei media, e ci capitava di vederci spesso a conferenze stampa, partite di calcio e altri appuntamenti. Trovarmi al suo fianco era sempre un piacere. L’ultima volta che l’ho incontrato fu durante una serata conviviale. Non eravamo allo stesso tavolo, ma ci salutammo e scambiammo qualche battuta. Era come sempre: genuino, cordiale e curioso. Per me, è sempre rimasto “il Professore”. Anche dopo tanti anni, non ho mai smesso di dargli del “voi”. Non era solo una questione di forma, ma un gesto di rispetto profondo. Lui accettava quel “voi” con il suo solito sorriso, capendo che non era una distanza, ma una forma di affetto sincero. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile. Ma Fausto Varano non sarà dimenticato. Rimarrà nella memoria di chi lo ha conosciuto, con il suo stile, il suo carattere, la sua umanità. Per me, sarà per sempre “il Professore Varano”.
Fabio Guarna