In queste ore, sono numerosi i tributi che appaiono sul web e sulle testate giornalistiche che ricordano Giuseppe Chiaravalloti, che si è spento oggi. Testimonianze che mettono in luce la sua brillante carriera di magistrato e politico. Nato a Satriano il 26 febbraio 1934, Chiaravalloti si era laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, dove, per un breve periodo, aveva avuto come compagno di corso Paolo Villaggio. Entrato in magistratura nel 1959, Chiaravalloti aveva iniziato la sua carriera presso la pretura di Crotone, diventando giudice titolare nel 1964. Successivamente, aveva ricoperto ruoli di rilievo, tra cui procuratore a Catanzaro e procuratore generale presso la Corte d’appello di Reggio Calabria. Nel 2000, era stato eletto presidente della Regione Calabria, carica che aveva mantenuto fino al 2005. Dopo l’esperienza da governatore, Chiaravalloti era stato commissario e vicepresidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali dal 2005 al 2012. Nonostante gli impegni istituzionali, Chiaravalloti ha sempre mantenuto un profondo legame con Satriano, il borgo che lo ha visto crescere e formarsi. Qui aveva trascorso la giovinezza prima di intraprendere gli studi universitari. I satrianesi ricordano con affetto l’uomo di cultura che, nonostante gli alti incarichi, tornava spesso al paese natio, partecipando alla vita comunitaria e condividendo momenti di convivialità. Si narra che sulla scrivania della presidenza della giunta regionale, Chiaravalloti tenesse sempre una raccolta delle poesie di Eugenio Montale, testimonianza della sua profonda ammirazione per il poeta ligure. Questo legame con Montale era condiviso con mio padre e suo amico dalla gioventù, Vincenzo Guarna, satrianese, studioso del poeta e autore di vari saggi pubblicati in riviste letterarie. In qualche occasione, Chiaravalloti aveva scritto editoriali traendo spunto dalle poesie di Montale, utilizzando i versi del poeta per esprimere pensieri e riflessioni. In omaggio alla memoria di Chiaravalloti e al suo profondo legame con la terra natia, mi permetto di citare alcuni versi di Montale che evocano il richiamo delle origini:
“Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni …”
In un momento in cui molti ricordano Chiaravalloti attraverso immagini altisonanti e solenni, io, nel mio piccolo, ho scelto la semplicità dei “limoni” di Montale per rendere omaggio a un uomo profondamente legato alla sua Satriano.
Fabio Guarna