SOVERATO – Se n’è andato così, senza scena. Com’era lui. Uno che entrava piano, che parlava poco, che non chiedeva mai niente. Ci conoscevamo da ragazzi, da Soverato. Poi Bologna, all’Alma Mater, con tutto quello che quegli anni sanno lasciare. Abbiamo condiviso stanze, mense, sale studio, biblioteche, silenzi pieni e discorsi lasciati a metà. Ogni tanto si partiva, senza troppi piani, ma con la voglia giusta. E avevamo condiviso anche il giornalismo, che per lui era più di una passione: era un modo di stare al mondo, con misura ma con sguardo lucido. Mai sopra le righe, mai a caccia di titoli, ma sempre preciso, sempre giusto. Salvatore aveva poi scelto la strada dell’impegno nella pubblica amministrazione, con la stessa sobrietà di sempre. Lavorava nella macchina amministrativa del Comune di Soverato, dove tutti ora lo piangono non solo come collega, ma come presenza affidabile, concreta, mai invadente. Il Comune perde una risorsa importante, ma prima ancora una persona difficile da dimenticare. Lui c’era sempre. Ma non si faceva notare. Nemmeno ora che non c’è più ha fatto rumore. La notizia mi ha preso in contropiede. Ma in fondo era così anche lui: non ti preparava mai a nulla. Arrivava e basta. E ora se n’è andato allo stesso modo. Me lo immagino a passeggio con le mani in tasca e quell’aria di distratta con un sorriso appena accennato, sul lungomare di Soverato che per tante volte abbiamo percorso insieme e con gli amici. Il pensiero va ai suoi cari e alla moglie Nadia: a lei il mio abbraccio più sincero. Ora rilancio queste righe sui social, su WhatsApp, dove ogni tanto incrociava le mie parole. Qualche volta commentava. L’ultimo suo commento a un mio pezzo — una mia divagazione da amarcord — era stato: “bei ricordi condivisi dei tempi passati… carissimo amico mio”. E mi piace pensare che stia leggendo anche stavolta. Ciao Salvo, Ciao Alex, carissimo amico mio !!
Fabio Guarna