Calabria

Tanti i siti amatoriali presi d'assalto dai cittadini che navigano a ogni ora

I SOVERATESI PAZZI DI INTERNET SOVERATO - Soveratesi pazzi di internet? Così sembra. I siti sulla città cominciano ad aumentare di giorno in giorno e così anche i servizi che offrono. Anche l'amministrazione comunale sembra intenzionata ad informatizzarsi, ma sinora siamo sempre nel campo dei progetti non ancora eseguiti. Un mese fa circa, l'assessore alla comunicazione istituzionale Giampiero Girillo aveva dato come imminente la messa in rete di un portale del Comune. Un annuncio che ancora resta lettera morta. Ed allora a compensare i ritardi ci pensano i siti amatoriali costruiti con garbo e passione da tanti "aficionados" alla rete delle reti. Se Soverato News (www.soveratonews.com), un sito amatoriale che si occupa di informazioni è ormai una realtà nel panorama della web-tecnology soveratese, altrettanto va detto per Soverato Web (www.soveratoweb.it) . Navigando fra le pagine di quest'ultimo si scopre infatti una vera e propria community di Soveratesi tutta impegnata a trascorrere il tempo a chattare o lasciare le proprie frasi su un muro virtuale discutendo dei più svariati temi. Ed è proprio il "muro" il pezzo forte del sito. Su di esso, infatti, gli utenti, di cui si conosce solo il "nick" ma per molti dei quali non è difficile individuare la vera identità, intavolano dibattiti e discussioni. I più interessanti finiscono in apposite sezioni dette "forum" dove è possibile leggere simpatiche osservazioni. Naturalmente fra i tanti argomenti trattati, non mancano quelli su Soverato. Per molti dei navigatori di SoveratoWeb lontani dalla propria terra, la cittadina jonica rappresenta la giovinezza e tanti ricordi. Spesso infatti sul "muro" appare evidente una sorta di nostalgia che trova consolazione nella possibilità di comunicare a distanza con altri soveratesi. Ma, chi sono gli utenti più assidui? Nell'ultima settimana i nick che si leggevano più spesso erano quelli di "u cantanta", "gheddafi", "nikita" e "smk". Quest'ultimo forse il webmaster del sito. Dicevamo che di loro si legge solo il nick, ma si capisce bene chi si cela dietro. Manteniamo il fascino del mistero sbilanciandoci solo a dire che si tratta in genere di trentenni del basso jonio. Fabio Guarna

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Il miracolo della Città dello Sport

L'US SOVERATO SI RITIRA DAL CAMPIONATO Ormai da decenni, ogni fine settimana gli sportivi soveratesi erano abituati ad attendere l'incontro del Soverato calcio. I tifosi nei giorni immediatamente precedenti alla partita erano soliti parlare degli avversari, della formazione che, secondo loro, sarebbe dovuta scendere in campo, della tattica da adottare etc. Poi arrivava domenica: tutti al Baldassarre Sinopoli o in trasferta al seguito della squadra. Dopo decenni (ripetiamo decenni) questo non accadrà. La squadra di calcio della cittadina jonica si è ritirata dal campionato di eccellenza. L'attuale amministrazione comunale durante la campagna elettorale e poi all'atto del suo insediamento aveva lanciato lo slogan "SOVERATO CITTÀ DELLO SPORT" . Senza attribuire responsabilità a nessuno, non possiamo non far notare come la scomparsa della squadra di calcio del Soverato sia avvenuta proprio sotto questa amministrazione. Come dire: un vero miracolo della "città dello sport".

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Soverato, la variante di piano deve tornare in consiglio

Parola di Franco Caruso dirigente della Margherita che spiega il perché e dà un giudizio sull'attuale amministrazione. SOVERATO - "Norberto Bobbio, ultimo filosofo della libertà, uno dei pochi intellettuali capace di uscire dal mondo accademico e accettare il confronto con il mondo politico ripeteva - come è stato ricordato nei giorni scorsi - con grande autorevolezza, che per fare un governo, un'amministrazione purchessia, basta una costituzione, un programma, un candidato, ma per fare un buon governo, una buona amministrazione, occorrono tutti i giorni, buoni governanti e amministratori, buoni leggi e decisioni". Comincia così l'intervista a Franco Caruso, dirigente della margherita e impegnato nell'agone politico soveratese. L'esponente politico del centro sinistra prosegue: "Giorgio La Pira, il grande giurista e uomo politico, assai noto in tutto il mondo per le sue tesi sociali di ispirazione cristiana e per le iniziative di pace com'è stato pure ripetuto in sua memoria non si stancava di riaffermare che senza una visione alta e nobile della storia e della politica non serve governare e amministrare le comunità, le quali ricercano nei buoni progetti e nei grandi programmi, una spinta, una forza di coesione e unità, per fare sviluppo e progresso, altrimenti restano deluse e smarrite". Perché ricorda uomini tanto illustri e importanti? Perché la recente scomparsa di Bobbio e il significativo ricordo di La Pira hanno richiamato alla memoria insegnamenti che è necessario non dimenticare e che conviene mettere in pratica nell'attività politico amministrativa quotidiana, da parte di ognuno di noi, a tutti i livelli di impegno. Anche quando si discute di giusta e corretta interpretazione dell'ordinamento degli enti locali e del regolamento del Comune di Soverato con riferimento alla presentazione in consiglio comunale della variante di PRG? Certamente sì; e in modo concreto e importante. Proprio perché sulla questione il confronto, in verità, è su due modi contrapposti di intendere la democrazia e la buona amministrazione della città e del comprensorio. Può chiarire meglio? Vorrei dire definitivamente che la discussione sulla variante del PRG deve tornare in consiglio comunale, organismo democratico insuperabile della comunità; perché soltanto in un'assemblea eletta potranno essere verificati da cittadini la validità o meno della proposta dell'amministrazione e di ogni progetto alternativo. E soprattutto, come insegnava Bobbio e La Pira, la sussistenza, in ogni altro disegno alternativo, di idee valide ed efficaci, capaci di creare una coesione autentica dell'intera comunità, una speranza e una forte spinta propulsiva per lo sviluppo e un futuro migliore. La variante di Piano, anche come occasione di ricerca di unità della comunità? Infatti: l'occasione di deliberare su un atto tanto significativo perderebbe ogni importanza, anzi, porterebbe finanche danni gravissimi in mancanza di un effetto di forte coesione e di unità dei cittadini, ossia di un entusiasmo collettivo inteso a realizzare un vero progetto di sviluppo e progresso, e, dunque, attraverso un processo di rinnovamento economico, sociale e culturale, una migliore visibilità collettiva. Nell'attuale progetto, dunque, a suo parere non c'è nulla di tutto questo? Soltanto cose vecchie e superate, che non interessano i cittadini che hanno voglia di fare cose nuove e valide, uniti su un programma condiviso importante, e democraticamente discusso e accettato. Un programma che susciti le migliori iniziative e determini sviluppo in sintonia con le più valide forze sociali imprenditoriali, economiche e culturali, capaci di coinvolgere quanti più soggetti è possibile. Pensare di fare turismo, con la semplice e vana previsione in piano, di aree destinate ad alberghi, è una illusione non soltanto vana, ma che potrebbe rivelarsi dannosa per la città in tanti modi. Pensare che l'ambiente e le bellezze del posto e lo slogan "Soverato Città dello Sport", bastano da sole ad attirare investimenti tanto rilevanti è un vero miraggio che tutti riconoscono. Pensare di destinare a residenziale, a città giardino, aree così ubicate prive di urbanizzazione è quasi follia. Può allora proporre eventuali disegni alternativi? Il programma di fabbricazione di tanti anni addietro, rispondeva giustamente, e, bene, al bisogno della casa, di tanti cittadini operosi e di intere famiglie che dai paesi del comprensorio chiedevano di trasferirsi a Soverato, in un habitat urbano ricco di potenzialità e con sufficienti servizi. Il PRG approvato più di dieci anni addietro, puntava a potenziare la vocazione turistica, commerciale e di servizi di Soverato, intorno al verde e al lungomare già realizzati, con grande intuizione politica, da Antonino Calabretta. Ora si tratta di ricercare una nuova idea valida e seria per lo sviluppo attuale della città, secondo le migliori regole urbanistiche e nel rispetto del'ambiente. A mio parere la variante, per creare sviluppo e suscitare iniziative e consistenti investimenti, deve disegnare un'area importante destinata a parco dello sport e della salute, e intorno a questa idea, che potrà dare una moderna identità alla Città, sarà possibile attirare tanta gente, investimenti e finanziamenti, quindi alberghi, e, nuovi ampi spazi a verde, che soltanto l'ambiente non attira più, da solo. Vuole dare un giudizio sull'attuale amministrazione? Ho risposto alla domanda. C'è affanno e confusione progettuale negli atti e nei comportamenti degli amministratori; incapacità di dialogo con i cittadini, ancor più evidenti, a causa dell'insofferenza dei partiti della casa delle libertà di confrontarsi con i partiti del centrosinistra. I quali invece sono pronti e disponibili al confronto sui temi importanti ed attuali della realtà comunale. Pronti cioè a presentare proposte alternative e valide per il futuro. Senza mai omettere di ricercare la partecipazione e il coinvolgimento delle forze sociali, economiche culturali e civili più sane e impegnate, essenziali per la realizzazione di un programma di sviluppo reale e collettivo. Fabio Guarna

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PRG Soverato – La lettera di Matteo Caridi al presidente del consiglio comunale. Proposta di un consiglio informale

SOVERATO - È stato candidato a Sindaco di Soverato nella tornata elettorale amministrativa nel 1993 vinta dalla lista concorrente intitolata Pedalando Volare mentre per anni era stato consigliere comunale, assessore ed esponente di spicco dei governi cittadini a maggioranza democristiana. Non ha mai smesso di interessarsi dei problemi cittadini e ora nell'attuale dibattito sulla variante al prg interviene con la nota che qui di seguito riportiamo indirizzata al presidente del consiglio comunale della città e affidata per la sua diffusione agli organi di stampa locale. La nota dai toni composti e propositivi potrebbe rappresentare un utile spunto di riflessione per l'intero consiglio comunale nell'impasse in cui al momento pare si stia muovendo. Scrive Matteo Caridi "L'urbanistica non è tutto" sostiene il noto urbanista Prof. Benevolo ma nella gestione degli Enti Locali rappresenta quasi sempre la spia di una situazione complessiva e suggerisce serie considerazioni generali. Il rinnovamento, che tutti hanno promesso e promettono, dovrebbe riguardare gli obiettivi delle scelte politiche piuttosto che gli strumenti organizzativi in quanto quest'ultimi possono costituire, qualche volta, un comodo alibi per evitare le scelte medesime e per indirizzarle senza assumere doverose responsabilità politiche. Del resto il passaggio dalla democrazia "verticale", nella quale l'impulso alla partecipazione veniva dai partiti, in grado comunque di incanalare anche la partecipazione generata al loro esterno, a quella attuale che si può definire "orizzontale", in quanto determina un rapporto diretto con i gruppi-cittadini ed anche i partiti, quest'ultimi non più attori principali della partecipazione e della decisione, richiede una maggiore attenzione e un forte controllo per evitare scelte "oligarchiche", anche in buona fede, che possono procurare seri danni per la collettività difficilmente recuperabili nel breve periodo. Una scelta urbanistica generale è un problema pubblico che non può certamente penalizzare il cittadino che reclama a suo favore il diritto all'informazione ed al controllo sulle scelte di fondo del rappresentante che ha mandato al governo della propria città! Tutto ciò si realizza in un consesso politico istituzionale soltanto se la ragionevolezza si fa strada, evitando lo scontro verbale e le tautologiche discussioni di esclusivo ordine giuridico. A tal proposito le presunte incompatibilità dei consiglieri comunali in sede di adozione dello strumento urbanistico, incompatibilità che devono essere evidenziate, chiarite e valutate e non soltanto annunciate, possono non interessare compiutamente il cittadini; tutte le diatribe di ordine tecnico-giuridico, spesso inconferenti e deboli, potrebbero essere in questa fase accantonate portando il PRG al vaglio di un consiglio comunale "informale" che dovrebbe registrare una chiara espressione e scelta da parte dei singoli rappresentanti del popolo come atto dovuto nei confronti dell'elettore. Tale fase di reale partecipazione e di manifestazione di un diritto e di un dovere a carico dell'amministratore pubblico potrebbe anche avere un epilogo esclusivamente politico, senza assunzione di responsabilità di altro genere, ma rafforzerebbe la dignità dell'intero consiglio comunale e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella politica. Quest'ultima non può e non deve mai essere "commissariata" quando deve dare voce alla gente! La ringrazio per l'attenzione che vorrà dedicare a questa mia modesta considerazione." Fabio Guarna

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Soverato: architettura urbana, corsi e ricorsi storici

SOVERATO - "Corsi e ricorsi storici": a Soverato i temi di dibattito ritornano dopo anni. E non poteva essere diversamente quando si decide di mettere mano all'arredo urbano della città. Infatti, l'idea di abbattere "Via Tubarisc" per rifarla a nuovo, da parte dell'amministrazione comunale, sta facendo tornare alla memoria di tanti soveratesi un articolo del 1996 apparso su "Jonio Star", un mensile locale dell'epoca, redatto da un ironico e pungente Vincenzo Guarna che battezzava viale Aldo Moro in Via Tubarisc (ancora così i soveratesi identificano quella via). L'articolo in questione attualmente è ricercatissimo e molti si stanno dando da fare per rintracciarlo. E mentre Via Tubarisc torna all'attenzione si riparla delle novità stilistiche che nel corso degli anni hanno connotato l'architettura cittadina. Pensiamo per esempio alla sede locale della lega navale posta nel terreno dell'ex campeggio internazionale. Ad essa lo stesso Vincenzo Guarna ha dedicato nel 1992, anno dell'erezione del manufatto, un attento articolo dal titolo "lo stile del cacchio". Per la cronaca così come recita il vocabolario Devoto, il cacchio è "il getto infruttifero di una pianta coltivata". Qualcuno, ancora oggi, teme che l'originalità onde si connota lo sviluppo edilizio della città possa continuare a fare le sue prove ovunque lo spazio lo consenta. E ritorna alla mente quell'articolo del decennio scorso che di seguito riportiamo. - ARCHITETTURA MONUMENTALE - LO STILE DEL CACCHIO - DI ENZO GUARNA "Come ognun sa, il cacchio - citiamo dal dizionario della lingua italiana del Devoto/Oli - è "un getto infruttifero di una pianta coltivata". Detto altrimenti, è un ramo che non ce l'ha fatta a divenire tale. Praticamente, un aborto botanico. E proprio al cacchio è ispirata l'ultima architettura nostrana. Essa, infatti, ha la sua soluzione stilistica più tipica e di massima espressività, nell'aggetto. Soltanto per il lettore distratto ricorderemo, - citando ancora una volta il dizionario del Devoto - che l'aggetto è "quanto aggetta, cioè sporge in fuori, dalla verticale di un muro". Si potrebbe, in altre parole, dire che esso è un segmento di muro che si rigonfia negli spazi immediatamente anteriori. Una protuberanza costruttiva non essenziale. Quello, insomma, che potremmo, meritamente, definire un aborto edilizio. Si tratta di questo: la facciata di un edifizio oppure, dipende dalla sua esposizione la sua fiancata destra o quella sinistra, di punto in bianco, aggetta, ossia si sviluppa in fuori, escresce, protrude e, alla fine, si produce in un oggetto o parte di oggetto (solitamente quella anteriore) che corrisponde a ciò che l'edificio di appartenenza, ovvero chi lo abita o la usa, rappresentano nella comunità circostante. Andiamo per esempi. Un locomotore o, meglio, la parte anteriore di esso connota o potrà connotare, aggettando, la facciata di una stazione ferroviaria. L'avantreno di una macchina, invece, una concessionaria di automobili. La facciata di certe scuole locali a noi non ignote, potrebbe utilmente adornarsi di un colabrodo o di altra consimile utensileria. Il nuovo stile, come suole, non tarderà a passare dal pubblico al privato. Vedremo, perciò, o potremmo vedere, in futuro, la facciata dell'abitazione del mafioso, aggettarsi di un embrione di canne mozze. O quella del decisionista, di un par di palle. Per l'abitazione dell'intellettuale di sinistra, marxista convinto e irriducibile, sarà sufficiente una palla sola. Un esempio molto significativo e, a suo modo, precorritore del nuovo stile del cacchio, si ha, in Soverato, con la sede, di recente costruzione, della "Lega Navale" sita nel terreno dell'ex campeggio internazionale. La sua fiancata sinistra, quella di miglior prospettiva, audacemente aggetta verso Piazza Nettuno, la prora di una nave. Si tratta di una prora in muratura regolarmente munita sul lato anteriore destro, dalla cubia alla strada (che, in questo caso, dotata di un basamento in pietra, funge da fondo marino) di catena e asta è àncora. Tutta la prora di cui andiamo discorrendo è dipinta - in contrasto con il bianco dal muro da cui essa fuoriesce - di bleu. Sopra, a livello delle balaustrate destra e sinistra del suo cassero, due segnalatori luminosi, - uno verde, l'altro rosso - di notte si accendono e si spengono alternativamente (Enzo Guarna).

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Parte il totocandidature a Soverato UDC e Alleanza Nazionale i più discussi e intanto spunta il nome di Castagna

SOVERATO - Parte il totocandidature a Soverato. I partiti di cui si discute con più insistenza in questo periodo sono Alleanza Nazionale e l'UDC. E non poteva essere diversamente alla luce della circostanza che per essi infatti siedono rispettivamente a Palazzo di Vetro il sindaco della cittadina jonica Raffaele Mancini e Giacomo Matacera. Quest'ultimo nella passata tornata elettorale era risultato il primo dei non eletti nell'allora CCD e successivamente era stato ripescato fra gli scranni dell'assise provinciale. Si era dimesso infatti un consigliere provinciale del suo partito in quanto durante un rimpasto aveva accettato l'incarico di assessore alla provincia e per questo era divenuto incompatibile con la carica che stava ricoprendo nello stesso Palazzo di Vetro. Stando così le cose, Matacera, ferma restando l'eventuale vittoria della coalizione di centrodestra, dovrà sforzarsi il più possibile di raggiungere un maggior numero di consensi rispetto alla precedente tornata elettorale per garantirsi un seggio con certezza. Naturalmente il risultato di Matacera dovrà tenere conto del consenso generale attribuito al suo partito e di come esso si distribuirà percentualmente in provincia di Catanzaro. Per lui la conferma alla candidatura comunque appare abbastanza scontata. Discorso diverso invece va fatto per Alleanza Nazionale. A detenere la carica di rappresentante alla provincia è il sindaco di Soverato Raffaele Mancini. A quanto pare, però, come lui stesso ha dichiarato, non sembra che la candidatura per lui sia così scontata in quanto egli stesso ha manifestato la volontà di non candidarsi. Una posizione che registra da parte degli avversari locali, specie quelli che siedono nel civico consesso, un comune commento. Si attribuisce infatti alla scelta del primo cittadino, un timore di insuccesso. Un'opinione quella della minoranza che trova consenso in diversi ambienti politici cittadini e che considera non credibili le ragioni addotte pubblicamente dal sindaco a più riprese. ("se mi candido parto, in quanto sindaco, con una posizione di forza e finirei con il dovere fare campagna elettorale in concorrenza con altri esponenti della mia giunta"). In sostanza, Mancini non si candida, secondo la minoranza, per il timore che una sua eventuale sconfitta finirebbe con il rappresentare un atto di sfiducia da parte della gente nel suo operato di sindaco costringendolo alle dovute conseguenze. Ma se Mancini non si candida chi prenderà il suo posto? I nomi che si fanno sono diversi. Si parla di Renato Barone, impegnatissimo nella sua attività di assessore ai lavori pubblici e soprattutto in quella di annunciatore di grandi opere per la città che presto, dice, si vedranno con l'apertura dei cantieri. Si fa anche il nome dell'assessore alla comunicazione istituzionale Giampiero Girillo e di tanti altri. Un dato e un'osservazione che ai più appare sfuggire e che però da un po' di giorni sembra prendere piede è quella che segue. Recentemente in Alleanza Nazionale a Soverato è stato ufficialmente nominato presidente del circolo locale, Giuseppe Castagna. La sua elezione è avvenuta alla presenza dei dirigenti provinciali del partito (Wanda Ferro) che ha così legittimato senza equivoci l'incarico affidato a quest'ultimo dal partito. Castagna, per la cronaca, in passato fu consigliere provinciale e poi assessore durante la giunta Martino. Uscito nel collegio di Soverato-Satriano non si ricandidò e al suo posto si presentò Raffaele Mancini che partiva proprio con il grado di Presidente dell'allora circolo di Alleanza Nazionale esattamente come si trova oggi ad essere Castagna. Non si può a questo punto escludere che nella rosa dei nomi che dovrebbero sostituire Mancini per la corsa a Palazzo di Vetro possa uscire proprio quello Castagna. Sul punto, al momento, nessuna dichiarazione in merito è stata resa, né alcuna indiscrezione sembra circolare. Resta però il fatto che nell'agone politico locale tale ipotesi comincia a circolare e non si può escludere che nei prossimi giorni trovi un'ufficiale conferma o smentita. Fabio Guarna

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Uno psichiatra di Montepaone introduce una nuova tecnica per uscire dalla depressione

SOVERATO -"Benvenuti nel mondo dell'olofonia" così si apre con un sottofondo musicale il sito "Olofonia" (www.olofonia.com). In esso si parla di musica olofonica e di coloro che stanno promuovendo, dopo averla per così dire inventata, questa interessante tecnica dalle più svariate applicazioni. Ad occuparsi di musica olofonica, dunque, sono le associazioni made in Calabria e per l'esattezza in provincia di Catanzaro MASI e ARCMO. La prima con l'attivissimo presidente Gianfranco Pisano, psichiatra si rivolge - così come è possibile leggere sul sito - alle istituzioni, agli enti locali, agli istituti di ricerca privati, agli istituti di riabilitazione privati e pubblici, senza preclusione ad alcun soggetto per offrire consulenza, aggiornamento, formazione, progettazione, elaborazione di prodotti nonché interventi diretti individuali che hanno ad oggetto il campo della musica olofonica. L'ARCMO invece di cui è presidentessa la Dott.ssa Francesca De Paola - si legge in una nota - è una società di ricerca culturale e scientifica che utilizza, attraverso la musicoterapia olofonica/musicoterapia in olofonia, i suoni ambientali e naturali per finalità terapeutiche e riabilitative. Ma quali sono campi d'impiego dell'olofonia? Diversi. Fra questi e non ultimo in ordine di importanza quello di offrire un valido strumento per uscire dalla depressione. Si tratta naturalmente di una tecnica che consente di guarire da quello che è uno dei mali più diffusi nella società occidentale moderna senza l'utilizzo di psicofarmaci. Infatti, "le iniezioni di benessere somministrate attraverso la via acustica - si legge nel sito -, potenziano il messaggio nervoso e sollecitano alla stimolazione plurisensoriale, innalzando o riequilibrando il tono dell'umore e riscoprendo così, la propria gioia di vivere". Insomma, se la musica olofonica si dimostrerà efficace, potremmo dire con orgoglio che il merito va ad uno psichiatra calabrese, Gianfranco Pisano, il quale ha introdotto tale tecnica a livello nazionale ed internazionale con la denominazione di musicoterapica olofonica e musicoterapia in olofonia. Ad majora. Fabio Guarna

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Immortalata in DVD e VHS la gloriosa vittoria del Soverato in Francia e del giovane atleta Giorgio

IL RICORDO DI QUEL GIORNO DI GIUGNO DEL 1987 Foto presentazione DVD Prsentazione DVD SOVERATO - Era il 1987 un gruppo di giovanissimi del basso jonio, principalmente soveratesi varcava il confine con la Francia e nella terra dei "Galli" si apprestava a disputare un torneo di calcio che per tutti i protagonisti sarebbe rimasto un ricordo indelebile. Le formazioni che sarebbero scese in campo erano quelle dell'US Soverato Juniors e quella dei più piccoli con al seguito i dirigenti - Dovevano disputare un torneo promosso dalla CEE in cui erano presenti diverse nazioni. Un peso per i ragazzi soveratesi quello di rappresentare l'Italia, ma al tempo stesso anche una grande emozione e soddisfazione. I Soveratesi vinsero. Purtroppo con loro non c'era Giorgio che li aveva lasciati drammaticamente quell'anno. ma era un'assenza solo fisica non certo morale, perché probabilmente dall'alto era lui a compattare quel gruppo e renderlo vincente. L'esperienza del 1987 adesso è diventata un patrimonio della collettività soveratese ed occasione per la produzione di un filmato in formato DVD e VHS in cui si raccontano quei gloriosi giorni di giugno '87. Immagini, emozioni e tanto altro prodotti da COMMEDIA con il sostegno dell'amministrazione provinciale di Catanzaro. Il filmato è stato presentato durante le vacanze natalizie presso la spaziosa sala della Parrocchia di Satriano Marina. Erano presenti tanti protagonisti di quegli anni del calcio soveratese. Fra essi citiamo Servello, Fiorita, Jo e Pipicelli. Tanti i premi e tante le emozioni. Fabio Guarna (Il Quotidiano della Calabria)

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Soverato: la beffa della "città dello sport"

Dal "Corriere della Sera on-line" (Italians di Beppe Severgnini) Soverato: la beffa della "città dello sport" Caro Beppe, cari Italians, succede a Soverato che il presidente della squadra di calcio locale, militante nel campionato di eccellenza calabrese, dichiari di voler ritirare la squadra dal campionato. Le spese sono tante e non riesce a sopportarle. Nella "città dello sport" (questo è stato lo slogan dell'amministrazione in campagna elettorale) si parla tanto della cosa. Scoppia anche qualche polemica. Durante una diretta su una tv locale, il presidente della società si lamenta che pochi vanno allo stadio e quasi nessuno è disposto a farsi avanti per finanziare la società. Nella città dello sport avrebbe sperato di trovare uno stadio che potesse contenere migliaia di persone. Magari, per ospitare le squadre di serie A in allenamento contro la sua squadra prima di trasferirsi a Reggio e affrontare gli amaranto. È la sua autorevolezza e il prestigio che si è conquistato negli ambienti sportivi, sembra di capire, che gli consentirebbero di far arrivare le squadre del massimo campionato nella cittadina jonica. Il sindaco della città gli risponde che per fare tutte quelle cose ci vuole del tempo e lo invita a sedersi insieme ad un tavolo per trovare una soluzione e salvare la squadra. Qualche imprenditore locale sembra disponibile ad intervenire finanziariamente. Intanto il presidente fa notare che "dà da mangiare a 25 persone" svolgendo al contempo oltre che una funzione sportiva anche una sociale. Qualche soveratese aveva creduto nella "città dello sport". Ora scopre che per fare una città dello sport non basta uno slogan. Ci vogliono strutture, soldi, imprenditori etc. A "La Ghirada", il grande centro sportivo di Treviso voluto da Luciano Benetton, pochi soveratesi saranno andati. Quella è una vera città dello sport. Gli impianti sportivi abbondano e lì c'è addirittura una biblioteca dello sport. Tutto questo non è oggettivamente possibile nella cittadina jonica. Forse il Soverato ricomincerà dalla terza categoria. Speriamo di no. Comunque vadano le cose, è il momento di dire bye bye alla "città dello sport". Fabio Guarna

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Continuano le lamentele per il Fiorenzo Viscomi

Centro sportivo Fiorenzo Viscomi SOVERATO SUPERIORE- Quanto volte ancora sarà segnalato agli organi di informazione locale lo stato di degrado in cui versa il centro sportivo polifunzionale "Fiorenzo Viscomi" a Soverato Superiore? Una situazione che non fa certo onore ad una città che abbia l'ambizione di definirsi "Città dello Sport". È questo il commento che diversi cittadini fanno quando si trovino a passare dinanzi alla struttura: un ammasso informe di strumenti sportivi, uno stato di degrado e di abbandono impressionante dei campetti che la compongono, erbacce un po' dappertutto. Ma non si fa solo questo commento. Molti vanno col pensiero a qualche anno fa quando l'amministrazione, appena insediata aveva inaugurato il centro con tanto di banda e festeggiamenti vari. Delle due l'una: o il centro polifunzionale non ha e non aveva alcuna ragione di essere per l'inadeuguatezza della necessaria utenza, oppure questa - sostengono in tanti - andava adeguata alla presenza nel tessuto urbano della struttura. Evidentemente nÈ l'una né l'altra cosa è stata fatta ovvero è stato possibile fare. Tanto sarebbe valso non esaltarsi alla prospettiva di valori, costumi, potenzialità che la città non ha e non è in grado, in nessun caso, di esprimere. E tutto questo succede mentre l'assessore ai lavori pubblici prefigura sui mezzi di informazione, nuove e grandi opere per Soverato. Chissà se sarà preso da un dubbio - più di qualcuno si chiede - o se il suo ottimismo subirà qualche colpo passando davanti al centro "Fiorenzo Viscomi" ovvero a ciò che di esso tristemente rimane. Fabio Guarna

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