Ricorre il 6 maggio l'anniversario della nascita di Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre. Il rivoluzionario francese era nato ad Arras il 6 maggio 1758 e morì il 28 luglio 1794 ghigliottinato....
Read More »Vincenzo Guarna, video: intitolazione ITC Calabretta
In questo video vediamo una delle ultime apparizioni in pubblico di Vincenzo Guarna, avvenuta in occasione dell'intitolazione dell'Istituto Tecnico Commerciale di Soverato al compianto ex sindaco Antonino Calabretta...
Read More »Visse per ischerzo
Scarica il file PDF degli scritti di Vincenzo Guarna raccolti in "Visse per ischerzo"....
Read More »Vincenzo Guarna, per "Elegia al padre" riceve l'ammirazione di Sebastiano Timpanaro
Vincenzo Guarna, satrianese doc è stato Preside in diversi Istituti calabresi ed è conosciuto e ricordato per la sua cultura letteraria e la sconfinata umanità. Scomparso nel 2005, di lui conserviamo su questo blog alcuni scritti nella sezione "Vincenzo Guarna" fra cui "Elegia al padre"...
Read More »Vincenzo Guarna, il ricordo di una studente dell'Itc degli anni '70
Ho digitato Soverato su internet soltanto per vedere qualche immagine del mare. Venire a conoscenza così tardivamente della morte....
Read More »Vincenzo Guarna: divagazione n. 1
Vincenzo Guarna è stato preside in diversi istituti calabresi. Negli anni '70 dirigeva l'Istituto Tecnico Commerciale Amministrativo e per Geometri di Soverato dove peraltro aveva insegnato lettere per diversi anni. Vi riportiamo un comunicato diramata all'epoca da Vincenzo Guarna indirizzato a tutti i Professori dell'Istituto Tecnico che qualcuno ha conservato negli anni. La nota si caratterizza per lo stile ironico e pungente nonché per i riferimenti letterari. Uno stile che Guarna spesso usava nel redigere circolari o comunicati. OGGETTO: DIVAGAZIONE n. 1 Immaginino i sigg. colleghi, una barca, una grossa e vecchia barca in mezzo al mare A bordo quattro uomini stanchi. La barca avanza nel mare perché, come scrisse D'Annunzio, “navigare necesse este” (Veramente, a un abate che concludeva il suo discorso al vescovo con la frase: “Devo pur vivere”, il vescovo rispose: “Francamente non ne vedo la necessità”!) A un tratto si apre a poppa una falla. Immediatamente uno dei quattro uomini corre ai ripari, prima con le mani poi con tamponi di fortuna. Risolve. Un altro uomo, intanto, aggetta l'acqua imbarcata. Ma ecco una nuova falla, un nuovo correre ai ripari, un aggettare sempre più rapido, sempre più concitato. E ancora un'altra falla: ora tutti e quattro gli uomini sono al lavoro. Non fanno in tempo a tamponare una falla che se ne apre un'altra, l'acqua imbarcata aumenta trabocca. Questa è la storia di una vecchia grossa barca in mezzo al mare. Immaginino i sigg. colleghi che la vecchia grossa barca sia questa scuola, le falle siano i vuoti provocati dalle assenze repentine dei docenti, i quattro uomini stanchi sono lo scrivente e i suoi collaboratori. Fine della divagazione n. 1
Read More »Niobe – di Vincenzo Guarna
Niobe A uno a uno se ne sono andati, hanno una loro casa e una tomba nel vento della sera... Troppe memorie, una nebbia di passato: ora la grande casa piena di silenzio e d'ombra; attendo di morire. Vincenzo Guarna "TRE ISTORIE" Estratto da “Galleria” n. 1-2 Gennaio Aprile 1967
Read More »John Titor
Sapete chi è John Titor? È un personaggio misterioso il cui nome è apparso su Internet in un forum qualche anno fa. John dichiarava di venire dal futuro (dall'anno 2036) e di essere in missione militare nel tempo (1975) per recuperare un modello del computer IBM 5100 che conterrebbe una rimedio ad un bug di Unix. Sorprendente di Titor sono i racconti degli avvenimenti avvenuti fra la sua nascita e la sua partenza verso il passato e la conoscenza di alcune teorie di fisica sulle dimensioni dello spazio e del tempo. Dal 2001 dopo che Titor ha annunciato che sarebbe tornato nel 2036 non si sa più nulla di lui. Altre info su John Titor si trovano in wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/John_Titor
Read More »Epigrafe – di Vincenzo Guarna
EPIGRAFE Scrivete sulla mia tomba: “Visse Per ischerzo”. Il mio inferno in questa epigrafe. Perché i giorni tramarono vicende e io in quelle vicende, senza convinzione: anima divisa, inerte volontà. E vissi per ischerzo e oggi nulla è veramente mio. Un muro sotto la luna, il tedio dei ricordi, questo vuoto disagio. Vincenzo Guarna “TRE ISTORIE” Estratto da “Galleria” n. 1-2 Gennaio Aprile 1967
Read More »Marco Tullio Cicerone
Dire di Cicerone significa scrivere non solo di un grande statista, ma anche di un grande giurista, avvocato e filosofo. Per conoscerlo meglio ci limiteremo ad accennare ad alcuni episodi della sua vita citando infine alcune delle sue opere. Ma per valorizzare la figura del grande uomo, pensiamo sia opportuno analizzare e quindi tradurre alcune sue opere. Lo faremo con lo spirito di chi traduce per conoscere lo stile dell'autore e non con il solo fine di fare una traduzione corretta. Non è escluso, infatti, che qualche traduzione possa contenere qualche imprecisione, ma per noi è il senso degli scritti o delle orazioni di Cicerone, che riteniamo sia giusto trasferire ai lettori. Dunque dicevamo della vita di Cicerone. Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpino nel 106 a.C., il padre (Marco Tullio Cicerone il vecchio) avviò agli studi forensi i figli Marco e Quinto portandoli a Roma. Qui Cicerone ebbe la possibilità di istruirsi ascoltando Licinio Crasso e Marco Antonio fra i più grandi oratori dell'epoca, mentre per quanto riguarda gli studi di legge, fu erudito da Quinto Muzio Scevola. Dopo il servizio militare continuò a studiare ed ebbe modo di seguire gli insegnamanenti degli epicurei fra cui Zenone. La sua carriera forense cominciò nell''81 con l'orazione Pro Quinctio a cui seguirono tante altre. Fra queste segnaliamo la Pro Roscio Amerino che rappresenterebbe un piacevole esercizio di traduzione per chi volesse cimentarsi. Quindi, armatevi di vocabolario latino o dizionario latino e procedete.Proseguendo con la vita di Cicerone dobbiamo dire che negli anni '70 a.C., dapprima viaggiò in Grecia (meta d'obbligo per i Romani dell'epoca che volevano approfondire i loro studi) dove conobbe lo stoico Posidonio, quindi tornò nella Capitale per iniziare la sua carriera politica. Divenne quindi Questore e durante il mandato si impegnò nella causa contro il propretore Verre, affidatagli dai siciliani. Verre fu costretto a dimettersi e le orazioni ( c.d. Verrine) preparate da Cicerone contro di lui, rappresentano anche uno spaccato storico del costume dell'epoca durante la quale la nobiltà corrotta viene smascherata da Marco Tullio Cicerone che però non attaccò l'istituzione senatoria. Dopo l'elezione a Questore per Cicerone fu un continuo successo in campo politico. Divenne Edile nel 69 a.C. e nel 66 a.C. fu eletto all'unanimità Pretore. Nel 64 a.C. grazie al voto delle centurie ebbe il Consolato. Durante questo periodo si impegnò per impedire a Catilina di candidarsi nuovamente al senato. Una candidatura che aveva preoccupato i benestanti dell'epoca per l'intenzione di Catilina di volere proporre un progetto in cui sarebbero stati rimessi i debiti. Cicerone alimentò le voci che giravano all'epoca (in questo senso si rivelò anche un esperto di comunicazione) che davano Catilina organizzatore di una congiura contro la Repubblica. Il console pronunciò le quattro famose Catilinarie che costrinsero Catilina ad abbandonare la città. Furono fra le orazioni migliori tenute dal grande statista romano, le quali come potrete notare, poco alla volta stiamo traducendo e mettendo in rete (In catilinam). L'accordo fra Cesare e Pompeo ai danni dell'aristocrazia senatoria segnò il declino di Cicerone che però ebbe l'occasione di risorgere quando durante il primo triumvirato gli fu proposto di sostenere la legge agraria a favore della plebe più povera. Cicerone però non si prestò, probabilmente per non sembrare un traditore dell'aristocrazia e per non perdere l'immagine di uomo attaccato all'ordine legale. Restò quindi fuori dalla politica per molto tempo anche se il tribuno della plebe Clodio, antico nemico di Cicerone, fece in modo di fare condannare all'esilio il grande giurista e oratore romano. Dopo qualche anno, riuscì a tornare a Roma, dove pronunciò l'orazione Pro Sestio sostenendo la necessità di fare un fronte comune contro i populares. Durante uno degli sconti fra possidenti e plebei, Clodio venne ucciso da Milone che Cicerone difese (Pro Milone). La folla però inferocita non fece pronunciare a Cicerone l'orazione a difesa di Milone e quest'ultimo fu condannato all'esilio. Nel 51 a.C. Cicerone fu proconsole in Cilicia durante il periodo in cui la guerra civile a Roma sembrava alle porte e quando tornò nella capitale il grande oratore si batté per frenare gli animi di Cesare e Pompeo senza alcun esito. Allo scoppio della guerra civile fu al seguito dei pompeiani abbandonando l'Italia. Dopo la guerra civile Cesare lo perdonò nel 47 a.C. e Cicerone tentò di collaborare con il divino Giulio. Tentativo fallito per la piega assolutistica che aveva assunto il governo di Cesare. Quando Giulio Cesare morì, Cicerone riprese l'attività politica attaccando fortemente Marco Antonio e pronunciando 14 orazioni dette Filippiche. Cicerone si schierò dunque con Ottaviano anche se dopo il secondo triumvirato a nulla valse il disaccordo di quest'ultimo di cancellare dalle liste di proscrizione Marco Tullio Cicerone. Antonio impose il nome di Cicerone sulle liste di proscrizione e il grande oratore, giurista e filosofo romano fu ucciso dai sicari nel dicembre del 43 a.C. nella sua villa di Formia.
Fra le opere di Cicerone ricordiamo: De domo sua ad pontifices, De Haruspicum responso, De Lege Agraria, In L.Calpurium Pisonem, In Verre actio prima, In Catilinam I-IV, Oratio cum popolo gratias egit, Philippicae orationes, Pro T.Annio Milone, Pro Archia, Pro P.Cornelio Sulla, Pro L.Cornelio Balbo, Pro M.Marcello, Pro Sex Roscio Amerino.